MESAGNE (BR). Esperienze a confronto nella terza edizione della giornata chirurgica salentina conclusasi a Mesagne con un risultato assolutamente molto positivo e non solo per la presenza di nomi importanti della chirurgia, come nel caso, tra gli altri, di Antonio Longo, famoso nel mondo e vanto per l’Italia per essere stato l’inventore di due metodiche assolutamente efficaci negli interventi delle emorroidi (Procedure for Prolapse Haemorroids) e del pavimento pelvico (Pelvic Organ Prolapse Suspension).
E’ stato un confronto che ha consentito di fare un bilancio proficuo sugli aggiornamenti in merito a questo argomento con la partecipazione, tra gli altri, di un brindisino doc, Alfonso Carriero, da anni ormai a Reggio Emilia, perché impegnato nel Pelvic Floor Center “Franchini” di Montecchio Emilia, o sul colon oncologico, mediante la relazione di Giorgio Cutini del “Murri” di Jesi, o con Rinaldi del San Paolo di Bari che ha parlato invece del cancro della mammella.
Tuttavia non meno attenzione ha suscitato la tavola rotonda che ha visto, con il coordinamento del giornalista Sabino Porro, alternarsi il presidente dell’Ordine dei Medici, Emanuele Vinci, e il noto avvocato Massimo Manfreda sulle responsabilità del medico moderno e sull’interrogativo di stretta attualità in merito all’esistenza oramai di una vera e propria sindrome da risarcimento. Crescono, infatti, i procedimenti giudiziari avviati dai cittadini nei confronti dei medici.
Vinci ha evidenziato come ormai c’è la tendenza ad attuare la cosiddetta medicina difensiva, ossia il mettere in atto una poderosa serie di accertamenti clinici e diagnostici finalizzata a garantire il medico da eventuali contestazioni in sede giudiziaria. Una pratica che non mette del tutto al sicuro il medico e che provoca inevitabili maggiori spese alle già povere casse della sanità pubblica. Sono emersi anche dati statistici. Ad esempio: sono circa 15 mila i medici che ogni anno in Italia sono citati in giudizio, secondo i dati dell'Associazione medici accusati di malpractice ingiustamente.
Un approfondimento specifico è stato riservato al cosiddetto consenso informato, che non può ridursi semplicemente al solo documento da personalizzare con delle crocette da apporre accanto a delle domande e firmato dal paziente nell’autorizzare il chirurgo a procedere. La compilazione infatti va fatta nel corso di un incontro nel quale il dialogo tra medico e paziente deve essere possibilmente videoregistrato - ha suggerito l’avvocato Manfreda - o effettuato in presenza di altri medici o infermieri che possano poi testimoniare sull’attuazione di queste modalità. Manfreda ha elencato le casistiche più diffuse di azioni risarcitorie in sanità pubblica e le migliori procedure che il medico deve compiere per tutelarsi.
Due giorni pieni di relazioni e tavole rotonde, quindi, dove ai temi centrali della chirurgia si sono affiancati approfondimenti sulla professione medica. Un confronto che si ripete con cadenza annuale, mediante la “Giornata chirurgica salentina”, e che registra un sempre crescente interesse del mondo scientifico e i cui meriti vanno ascritti essenzialmente a dott. Francesco Serinelli, direttore dell’Unità operativa di Chirurgia generale presso l’ospedale “San Camillo de Lellis” di Mesagne, per aver immaginato, tre anni addietro, questo percorso formativo in provincia di Brindisi.
E’ stato un confronto che ha consentito di fare un bilancio proficuo sugli aggiornamenti in merito a questo argomento con la partecipazione, tra gli altri, di un brindisino doc, Alfonso Carriero, da anni ormai a Reggio Emilia, perché impegnato nel Pelvic Floor Center “Franchini” di Montecchio Emilia, o sul colon oncologico, mediante la relazione di Giorgio Cutini del “Murri” di Jesi, o con Rinaldi del San Paolo di Bari che ha parlato invece del cancro della mammella.
Tuttavia non meno attenzione ha suscitato la tavola rotonda che ha visto, con il coordinamento del giornalista Sabino Porro, alternarsi il presidente dell’Ordine dei Medici, Emanuele Vinci, e il noto avvocato Massimo Manfreda sulle responsabilità del medico moderno e sull’interrogativo di stretta attualità in merito all’esistenza oramai di una vera e propria sindrome da risarcimento. Crescono, infatti, i procedimenti giudiziari avviati dai cittadini nei confronti dei medici.
Vinci ha evidenziato come ormai c’è la tendenza ad attuare la cosiddetta medicina difensiva, ossia il mettere in atto una poderosa serie di accertamenti clinici e diagnostici finalizzata a garantire il medico da eventuali contestazioni in sede giudiziaria. Una pratica che non mette del tutto al sicuro il medico e che provoca inevitabili maggiori spese alle già povere casse della sanità pubblica. Sono emersi anche dati statistici. Ad esempio: sono circa 15 mila i medici che ogni anno in Italia sono citati in giudizio, secondo i dati dell'Associazione medici accusati di malpractice ingiustamente.
Un approfondimento specifico è stato riservato al cosiddetto consenso informato, che non può ridursi semplicemente al solo documento da personalizzare con delle crocette da apporre accanto a delle domande e firmato dal paziente nell’autorizzare il chirurgo a procedere. La compilazione infatti va fatta nel corso di un incontro nel quale il dialogo tra medico e paziente deve essere possibilmente videoregistrato - ha suggerito l’avvocato Manfreda - o effettuato in presenza di altri medici o infermieri che possano poi testimoniare sull’attuazione di queste modalità. Manfreda ha elencato le casistiche più diffuse di azioni risarcitorie in sanità pubblica e le migliori procedure che il medico deve compiere per tutelarsi.
Due giorni pieni di relazioni e tavole rotonde, quindi, dove ai temi centrali della chirurgia si sono affiancati approfondimenti sulla professione medica. Un confronto che si ripete con cadenza annuale, mediante la “Giornata chirurgica salentina”, e che registra un sempre crescente interesse del mondo scientifico e i cui meriti vanno ascritti essenzialmente a dott. Francesco Serinelli, direttore dell’Unità operativa di Chirurgia generale presso l’ospedale “San Camillo de Lellis” di Mesagne, per aver immaginato, tre anni addietro, questo percorso formativo in provincia di Brindisi.