BARLETTA. Lavoravano in 'nero', senza contratto, le operaie morte nel crollo della palazzina di via Roma, a Barletta. Lo raccontano i parenti delle vittime, assiepati davanti all'obitorio del Policlinico di Bari dove si trovano i corpi delle operaie in attesa dell'autopsia. "Era gente - dicono - che lavorava per sopravvivere".
"Mia nipote, 33 anni, prendeva 3,95 euro all'ora, mia nuora quattro euro: lavoravano dalle otto alle 14 ore, a seconda del lavoro che c'era da fare. Avevano ferie e tredicesima pagate, ma senza contratto. Quelle donne lavoravano per pagare affitti, mutui, benzina, per poter vivere, anzi sopravvivere". Lo racconta la zia di una delle vittime.
La donna ha atteso per ore, come tutti gli altri parenti assiepati davanti all'obitorio del policlinico di Bari, prima di poter finalmente vedere il corpo della propria congiunta. I parenti hanno poi avuto l'autorizzazione dal magistrato: quattro per volta sono scesi nella camera dove erano state ricomposte le salme, in attesa dell'esame autoptico
"Mia nipote, 33 anni, prendeva 3,95 euro all'ora, mia nuora quattro euro: lavoravano dalle otto alle 14 ore, a seconda del lavoro che c'era da fare. Avevano ferie e tredicesima pagate, ma senza contratto. Quelle donne lavoravano per pagare affitti, mutui, benzina, per poter vivere, anzi sopravvivere". Lo racconta la zia di una delle vittime.
La donna ha atteso per ore, come tutti gli altri parenti assiepati davanti all'obitorio del policlinico di Bari, prima di poter finalmente vedere il corpo della propria congiunta. I parenti hanno poi avuto l'autorizzazione dal magistrato: quattro per volta sono scesi nella camera dove erano state ricomposte le salme, in attesa dell'esame autoptico