Governo: la Lega non cede sulle pensioni

ROMA. Dopo la riunione del Consiglio dei ministri iniziata con un'ora di ritardo e conclusasi senza alcuna decisione, non c'e' stata fumata bianca neppure nel vertice serale a Palazzo Grazioli tra il premier Silvio Berlusconi e i ministri Giulio Tremonti, Umberto Bossi, Roberto Maroni e Roberto Calderoli.

La Lega ha ribadito il suo no all'ipotesi di portare a 67 anni l'eta' pensionabile, come chiesto nella riunione del Consiglio europeo di domenica scorsa. Da Bruxelles e' arrivato pure un ultimatum all'Italia affinche' approvi misure in grado di rilanciare la crescita e aggredire il debito pubblico.

Senza un accordo nel governo sui provvedimenti da inserire nel decreto sviluppo e senza una convergenza sulla riforma delle pensioni affiora l'eventualita' che domani Berlusconi torni a Bruxelles, dove e' in calendario la riunione dell'Eurogruppo, con una agenda delle riforme (le cose da fare in breve tempo) ma senza provvedimenti gia' varati dal Consiglio dei ministri. Il premier potrebbe accompagnare questa scelta con la critica ai diktat imposti da Francia e Germania agli altri partner europei e in particolare all'Italia.

Questa linea e' stata del resto anticipata da una nota di Berlusconi diffusa nel pomeriggio: ''Nessuno nell'Unione puo' autonominarsi commissario e parlare a nome di governi eletti e di popoli europei. Nessuno e' in grado di dare lezioni ai partner''. Prosegue il premier: ''Faremo il pareggio di bilancio nel 2013 e nessuno ha alcunche' da temere dalla terza economia europea, e da questo straordinario paese fondatore che tiene cara la cooperazione sovranazionale almeno quanto la sua orgogliosa indipendenza''.

Nelle fila della maggioranza, nonostante la disponibilita' dei ministri di Pdl e Lega alla trattativa a oltranza su misure che porterebbero al graduale innalzamento dell'eta' pensionabile ma che non convincono il Carroccio, non si esclude che la situazione possa precipitare fino alla crisi di governo. ''Scontro finale sulle pensioni'', e' infatti il titolo di apertura a tutta pagina della ''Padania'' in edicola questa mattina. ''Su questo punto il Carroccio e' irremovibile e pronto a tutto per difendere le pensioni di anzianita', i diritti acquisiti'', si legge sul quotidiano leghista.

Il presidente Giorgio Napolitano segue con estrema attenzione quando avviene nel governo. Ieri ha ricevuto il presidente del Consiglio e il sottosegretario Gianni Letta che gli hanno riferito del confronto in atto nell'esecutivo. Berlusconi avrebbe fatto riferimento all'eventualita' che possa essere proprio Letta a guidare un nuovo governo, qualora la Lega non cambi posizione sulle pensioni.

Napolitano ha poi ricevuto anche Enrico Letta, vicesegretario del Pd, che ha ribadito la richiesta di una discontinuita' con l'attuale esecutivo come condizione per poter appoggiare i provvedimenti chiesti dall'Unione europea. Un nuovo governo sostenuto da una piu' larga maggioranza e' l'obiettivo di Pd e Udc.

Secondo le indiscrezioni, Berlusconi avrebbe aperto la riunione del Consiglio dei ministri riassumendo le misure chieste dall'Europa e citando in particolare la riforma delle pensioni, le liberalizzazioni, il lavoro e le privatizzazioni. Il premier avrebbe poi attaccato le opposizioni che non devono prendere decisioni difficili mentre al governo e alla maggioranza spetta il compito di assumere scelte impopolari, che non fanno prendere voti ma che servono al paese. Il premier avrebbe concluso confidando di avere avvertito a Bruxelles un clima ostile nei confronti.

La posizione della Lega e' stata illustrata da Maroni: ''L'Europa puo' chiedere tutto, poi dipende se ci sono le condizioni perche' i governi nazionali votino. La nostra posizione e' molto chiara sulle pensioni: abbiamo gia' dato, i pensionati hanno gia' dato. Il sistema e' in equilibrio, ed e' la Commissione europea che lo dice''.

Da Bruxelles si precisano intanto le richieste europee.

''Quello che l'Europa chiede all'Italia e' la rapida approvazione e applicazione di un pacchetto completo di riforme che comprenda misure su crescita, occupazione e riforma della giustizia'', ha ribadito il portavoce del commissario Ue agli Affari economici.

Dichiara Steffen Seibert, portavoce del governo tedesco, nel tentativo di smussare le polemiche: ''La Germania ha grande fiducia nella conduzione italiana della crisi dell'euro.

Francia e Germania considerano l'Italia un paese economicamente molto forte, un importante membro dell'Unione europea e uno dei nostri partner piu' stretti''.

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