BARI. «Uno studio dell'Università del Salento sui costi della società in house creata dalla Asl di Lecce per le internalizzazioni dei servizi di ausiliariato, portierato, pulizie, dimostra che a parità di prestazioni e personale i costi per la collettività aumenteranno di due milioni, rispetto ai 16 circa che rappresentano il costo sostenuto fino a oggi: è la riprova ennesima di come anche quella delle internalizzazioni è stata una scelta dettata da goffaggine amministrativa, inefficacia, antieconomicità, ideologia». Lo afferma il coordinatore regionale della Puglia prima di tutto, Salvatore Greco, il quale invita il governo regionale «a imboccare la via del dialogo con il centrodestra per portare a soluzione anche il caos generato da un provvedimento di cui avremmo fatto tranquillamente tutto a meno».
«Anche per le internalizzazioni, così come è stato per le stabilizzazioni – spiega Greco – le Asl stanno procedendo in rigoroso ordine sparso. Il comune denominatore, tuttavia, sembra essere quello del danno per i lavoratori, i maggiori costi per le casse regionali, i minori servizi in favore della collettività e delle strutture sanitarie pugliesi». «A Bari per esempio – prosegue il consigliere regionale – si è cominciato con la internalizzazione del facchinaggio, l'unica attività che non sarebbe dovuta essere inclusa: proprio per questo, gli ex magazzinieri sono stati assunti come ausiliari e ora sono perlopiù parcheggiati negli uffici della Asl, col risultato che presto si porrà il problema di dover affidare nuovamente questo servizio all'esterno, non avendo più chi lo svolge».
«Per i lavoratori – aggiunge Greco – essere internalizzati sta significando la riduzione del monte ore contrattualizzato, per cui chi era a tempo pieno si ritrova oggi con un contratto di part-time. Non solo. La stragrande maggioranza dei circa 7mila addetti ieri aveva un contratto a tempo indeterminato con la propria cooperativa: la clausola di garanzia gli assicurava la possibilità di conservare il proprio posto di lavoro anche nel caso in cui la sua cooperativa avesse perso il successivo appalto. Dopo la sentenza della Corte costituzionale, oggi le Asl stanno invece assumendo personale soltanto a tempo determinato e per un massimo di sei anni: una beffa per chi pensava che avrebbe migliorato la propria posizione lavorativa».
«In tutto questo complicato meccanismo amministrativo – sostiene ancora l'esponente del centrodestra – ci sta rimettendo tutto il personale assunto dopo il 2009 (che sarà licenziato dalle coop e non ri-assunto dalle società in house delle Asl) oltre a tutti coloro che avevano funzioni di quadro o dirigenziali all'interno delle cooperative, chi era responsabile di postazione o coordinatore di servizio». «Auspico quindi – conclude Greco – che lo stesso spirito di concreta e fattiva disponibilità al confronto con la opposizione manifestato nei giorni scorsi per la soluzione del problema delle stabilizzazioni possa essere dimostrato dal governo regionale anche con riferimento ai lavoratori dei servizi internalizzandi, illusi da promesse che Vendola non ha potuto mantenere perché illegittime».
«Anche per le internalizzazioni, così come è stato per le stabilizzazioni – spiega Greco – le Asl stanno procedendo in rigoroso ordine sparso. Il comune denominatore, tuttavia, sembra essere quello del danno per i lavoratori, i maggiori costi per le casse regionali, i minori servizi in favore della collettività e delle strutture sanitarie pugliesi». «A Bari per esempio – prosegue il consigliere regionale – si è cominciato con la internalizzazione del facchinaggio, l'unica attività che non sarebbe dovuta essere inclusa: proprio per questo, gli ex magazzinieri sono stati assunti come ausiliari e ora sono perlopiù parcheggiati negli uffici della Asl, col risultato che presto si porrà il problema di dover affidare nuovamente questo servizio all'esterno, non avendo più chi lo svolge».
«Per i lavoratori – aggiunge Greco – essere internalizzati sta significando la riduzione del monte ore contrattualizzato, per cui chi era a tempo pieno si ritrova oggi con un contratto di part-time. Non solo. La stragrande maggioranza dei circa 7mila addetti ieri aveva un contratto a tempo indeterminato con la propria cooperativa: la clausola di garanzia gli assicurava la possibilità di conservare il proprio posto di lavoro anche nel caso in cui la sua cooperativa avesse perso il successivo appalto. Dopo la sentenza della Corte costituzionale, oggi le Asl stanno invece assumendo personale soltanto a tempo determinato e per un massimo di sei anni: una beffa per chi pensava che avrebbe migliorato la propria posizione lavorativa».
«In tutto questo complicato meccanismo amministrativo – sostiene ancora l'esponente del centrodestra – ci sta rimettendo tutto il personale assunto dopo il 2009 (che sarà licenziato dalle coop e non ri-assunto dalle società in house delle Asl) oltre a tutti coloro che avevano funzioni di quadro o dirigenziali all'interno delle cooperative, chi era responsabile di postazione o coordinatore di servizio». «Auspico quindi – conclude Greco – che lo stesso spirito di concreta e fattiva disponibilità al confronto con la opposizione manifestato nei giorni scorsi per la soluzione del problema delle stabilizzazioni possa essere dimostrato dal governo regionale anche con riferimento ai lavoratori dei servizi internalizzandi, illusi da promesse che Vendola non ha potuto mantenere perché illegittime».
Tags
Politica