Introna: “Auguri ai feriti di Roma, ma il ministro deve spiegare”

BARI. Un augurio di pronta guarigione ai giovani delle Forze dell’Ordine, agli operatori dei Corpi dello Stato, ai ragazzi pacifici feriti negli scontri di sabato a Roma, ma anche un invito al Ministro dell’Interno a fare la massima luce “su un episodio inquietante di violenza annunciata, non affrontata con la prontezza necessaria”. Il presidente del Consiglio regionale della Puglia Onofrio Introna non nasconde di essere rimasto profondamente impressionato alla vista del blindato dei Carabinieri dato alle fiamme in piazza San Giovanni. “Ho tirato un sospiro di sollievo nel vedere il giovane Carabiniere uscire dal mezzo, benché ferito – aggiunge - ma non è tollerabile che questi ragazzi siano stati lasciati soli ad affrontare qualche centinaio di fanatici, che hanno premeditato l’azione violenta con una pianificazione scientifica”.
Qualcuno dei Black Bloc, fa notare il presidente Introna, “ha perfino rilasciato un’intervista nella quale indica dettagliatamente numeri, obiettivi e modalità di approvvigionamento degli strumenti d’offesa. È inaudito e, sinceramente, incredibile, che questi malintenzionati si possano allenare alla guerriglia urbana all’insaputa dei servizi di sicurezza governativi, frequentando corsi di addestramento all’estero”.
“Quello che si è verificato è allarmante – ripete Introna – è impensabile che in un Paese che vanta un apparto d’intelligence solitamente efficace ed efficiente, cinquecento incappucciati possano mettere a ferro e fuoco il centro della capitale, danneggiare proprietà private, colpire Agenti, Carabinieri e Finanzieri, aggredire gli stessi dimostranti pacifici”.
“Bene le perquisizioni di oggi e le indagini in tutta Italia nei confronti della frangia insurrezionalista – osserva il presidente del Consiglio regionale della Puglia – ma questi del sabato nero di Roma si conoscono da tempo, hanno comunicato tra loro via Internet, hanno pianificato indisturbati. È impensabile come abbiano potuto scambiarsi segnali inosservati nel Paese delle centomila intercettazioni baresi all’imprenditore Tarantini. Qualcosa non ha funzionato nella prevenzione: il ministro Maroni dovrà rispondere al Parlamento per fare chiarezza su un episodio che non deve ripetersi. Gli italiani hanno il diritto di sapere!”.
“Occorre capire – conclude Introna – se c’è stata una sottovalutazione del pericolo o se si è lasciata divampare la protesta inconsulta per cancellare quella non violenta di militanti, cittadini, donne e ragazzi che manifestavano il disagio di un’intera generazione che non vede prospettive per il futuro proprio e del Paese. Se così fosse sarebbe gravissimo: meglio pensare a un errore grave, che al disegno subdolo e inquietante di criminalizzare chi vuole solo esprime democraticamente il proprio dissenso”.

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