BARI. L’acqua e il fango travolgono tutti ugualmente, ma anche nella solidarietà ci sono un Nord privilegiato e un Sud discriminato. “Le comunità colpite in Liguria e Toscana meritano tutta l’attenzione del Paese - dichiara il presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio Introna – ma devo osservare con rammarico che anche nei drammi ci sono tragedie e tragedie, alluvioni di serie A e serie B”.
“Mentre l’attenzione è giustamente concentrata sulla Lunigiana, chi ricorda l’analoga calamità che ha messo in ginocchio nel marzo scorso l’area ionica pugliese e lucana?”, chiede Introna, che si schiera al fianco della composta protesta del movimento Terre joniche, che con la simbolica occupazione della Statale 106 tornano a sollecitare il decreto nazionale che dovrebbe finalmente riconoscere le risorse a ristoro dei danni ingenti provocati dalle piogge torrenziali nella zona di Ginosa e Metaponto.
Con altrettanta compostezza hanno denunciato il silenzio della politica. “Attendono da otto mesi finanziamenti mai arrivati. Aspettano ancora un segnale tangibile dal governo centrale. Evidentemente sono alluvionati meridionali e quindi figli di un dio minore – osserva Introna – eppure stanno offrendo una prova di straordinaria maturità. Non hanno dimenticato di esprimere solidarietà ai compagni di sventura toscani e liguri, che come loro hanno perduto beni, proprietà, posti di lavoro, il frutto dei sacrifici di una vita”.
Secondo il presidente del Consiglio regionale pugliese, il governo dovrebbe prendere come esempio questo atteggiamento e sciogliere l’impegno con i cittadini di Puglia e Basilicata, gli agricoltori, gli artigiani, gli imprenditori, le famiglie, che hanno visto distrutti i loro averi. “Da Roma, finora, solo promesse – fa notare Introna – anche se sono passati otto mesi e se a questo punto non basta pensare al semplice ristoro dei danni ma si dovrebbe finanziare la ripresa delle attività e ridare un futuro ad un’area nella quale l’alluvione non si è ancora esaurita, agli effetti economici”.
Il presidente Introna segnala un altro aspetto della discriminazione. “Preoccupa anche il diverso trattamento dei media. A cominciare dalla RAI, hanno lodevolmente attivato catene di sms e conti correnti per i recenti alluvionati, ma questa solidarietà operosa l’avremmo vista volentieri all’opera anche nel marzo scorso, e così non è stato, quando il fango ha distrutto abitazioni, campi, raccolti nel Mezzogiorno ionico”.
“Se non fossi scosso dal dolore per i lutti dei liguri e toscani ci sarebbe da indignarsi per una disparità geopolitica della tragedia che non è giustificata dalla portata dei drammi e che non ha ragione d’essere, se non in una distorta visione discriminatoria”.
“Esprimo perciò la mia adesione alle rivendicazioni dei cittadini ionici – conclude Introna – e faccio mie la loro richiesta di garanzie e risorse per mettere in sicurezza il territorio e dare respiro alle famiglie e alle aziende pugliesi e lucane”
“Mentre l’attenzione è giustamente concentrata sulla Lunigiana, chi ricorda l’analoga calamità che ha messo in ginocchio nel marzo scorso l’area ionica pugliese e lucana?”, chiede Introna, che si schiera al fianco della composta protesta del movimento Terre joniche, che con la simbolica occupazione della Statale 106 tornano a sollecitare il decreto nazionale che dovrebbe finalmente riconoscere le risorse a ristoro dei danni ingenti provocati dalle piogge torrenziali nella zona di Ginosa e Metaponto.
Con altrettanta compostezza hanno denunciato il silenzio della politica. “Attendono da otto mesi finanziamenti mai arrivati. Aspettano ancora un segnale tangibile dal governo centrale. Evidentemente sono alluvionati meridionali e quindi figli di un dio minore – osserva Introna – eppure stanno offrendo una prova di straordinaria maturità. Non hanno dimenticato di esprimere solidarietà ai compagni di sventura toscani e liguri, che come loro hanno perduto beni, proprietà, posti di lavoro, il frutto dei sacrifici di una vita”.
Secondo il presidente del Consiglio regionale pugliese, il governo dovrebbe prendere come esempio questo atteggiamento e sciogliere l’impegno con i cittadini di Puglia e Basilicata, gli agricoltori, gli artigiani, gli imprenditori, le famiglie, che hanno visto distrutti i loro averi. “Da Roma, finora, solo promesse – fa notare Introna – anche se sono passati otto mesi e se a questo punto non basta pensare al semplice ristoro dei danni ma si dovrebbe finanziare la ripresa delle attività e ridare un futuro ad un’area nella quale l’alluvione non si è ancora esaurita, agli effetti economici”.
Il presidente Introna segnala un altro aspetto della discriminazione. “Preoccupa anche il diverso trattamento dei media. A cominciare dalla RAI, hanno lodevolmente attivato catene di sms e conti correnti per i recenti alluvionati, ma questa solidarietà operosa l’avremmo vista volentieri all’opera anche nel marzo scorso, e così non è stato, quando il fango ha distrutto abitazioni, campi, raccolti nel Mezzogiorno ionico”.
“Se non fossi scosso dal dolore per i lutti dei liguri e toscani ci sarebbe da indignarsi per una disparità geopolitica della tragedia che non è giustificata dalla portata dei drammi e che non ha ragione d’essere, se non in una distorta visione discriminatoria”.
“Esprimo perciò la mia adesione alle rivendicazioni dei cittadini ionici – conclude Introna – e faccio mie la loro richiesta di garanzie e risorse per mettere in sicurezza il territorio e dare respiro alle famiglie e alle aziende pugliesi e lucane”