BARI. “L’informazione regionale è irrinunciabile, va potenziata non depotenziata”. Il referente per la comunicazione nella Conferenza dei presidenti dei Consigli regionali Onofrio Introna si dice preoccupato delle scelte “autolesionistiche” dei vertici RAI, denunciate dall’Usigrai e dal Comitato di redazione dell’azienda televisiva e si schiera al fianco dei giornalisti del TG3, che si battono per la completezza dei flussi informativi e degli ascolti”. La preoccupazione cresce se si fa riferimento alla redazione della sede regionale di Bari, che da più di un anno attende la nomina di un caporedattore. L’auspicio è che proceda alla designazione tenendo conto di criteri esclusivamente professionali.
“Intervengo pertanto a rivendicare il diritto delle Regioni ad ottenere dal sistema pubblico un’accresciuta informazione locale mentre gli orientamenti aziendali sembrano dimostrare il contrario: invece di accrescere si depaupera. Ma il sistema pubblico si regge con le risorse dei contribuenti e il taglio non si giustifica – sostiene il presidente pugliese - tanto più nel momento in cui, col passaggio al digitale terrestre, i sistemi regionali rischiano tendenzialmente di indebolirsi”.
Le esperienze negative nelle regioni dove si è già verificato lo switch off dall’analogico, con la scomparsa di antenne private, il taglio di personale tecnico e giornalistico e il ridimensionamento anche delle emittenti più forti, hanno già dimostrato “un impoverimento sia delle frequenze che della quantità e pluralità della cronaca e del commento”.
È la RAI, per Introna, che dovrebbe invece colmare i vuoti ed ampliare la sua offerta informativa. “Per mantenere lo stesso livello di pluralismo dell’informazione è necessario che incrementi il proprio, esattamente come auspicato dai giornalisti nella loro protesta globale contro lo smantellamento del servizio pubblico, all'insegna della parola d'ordine ‘Riprendiamoci la RAI’.
Il presidente sottolinea “la maturità, la sensibilità e il senso di responsabilità dei professionisti dell’informazione, che pur in stato di agitazione limitano al minimo il proprio diritto di sciopero per non privare gli utenti della continuità del servizio”.
“Intervengo pertanto a rivendicare il diritto delle Regioni ad ottenere dal sistema pubblico un’accresciuta informazione locale mentre gli orientamenti aziendali sembrano dimostrare il contrario: invece di accrescere si depaupera. Ma il sistema pubblico si regge con le risorse dei contribuenti e il taglio non si giustifica – sostiene il presidente pugliese - tanto più nel momento in cui, col passaggio al digitale terrestre, i sistemi regionali rischiano tendenzialmente di indebolirsi”.
Le esperienze negative nelle regioni dove si è già verificato lo switch off dall’analogico, con la scomparsa di antenne private, il taglio di personale tecnico e giornalistico e il ridimensionamento anche delle emittenti più forti, hanno già dimostrato “un impoverimento sia delle frequenze che della quantità e pluralità della cronaca e del commento”.
È la RAI, per Introna, che dovrebbe invece colmare i vuoti ed ampliare la sua offerta informativa. “Per mantenere lo stesso livello di pluralismo dell’informazione è necessario che incrementi il proprio, esattamente come auspicato dai giornalisti nella loro protesta globale contro lo smantellamento del servizio pubblico, all'insegna della parola d'ordine ‘Riprendiamoci la RAI’.
Il presidente sottolinea “la maturità, la sensibilità e il senso di responsabilità dei professionisti dell’informazione, che pur in stato di agitazione limitano al minimo il proprio diritto di sciopero per non privare gli utenti della continuità del servizio”.
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