PERUGIA. E' praticamente da giorni la sede stabile delle cosiddette ''fly'' dei vari network televisivi italiani e stranieri, l'antica piazza Matteotti di Perugia, dove si affaccia il trecentesco palazzo del Capitano del popolo sede degli uffici giudiziari perugini e soprattutto di quella sala degli affreschi nella quale entro oggi alle 20 sarà pronunciata la sentenza d'appello del processo per l'omicidio delle studentessa inglese Meredith Kercher, nel quale sono imputati l'americana Amanda Knox ed il suo ex fidanzato, il pugliese Raffaele Sollecito.
Ed anche oggi, domenica di pieno sole, l'''assedio'' delle troupe televisive non sembra essersi allentato, anzi: altri pulmini con relativa parabola satellitare sul tetto si sono allineati a fianco di quelli che erano parcheggiati da giorni davanti al palazzo di giustizia.
OGGI IL GIORNO DELLA VERITA' - Arriva il giorno della verità per Amanda Knox e Raffaele Sollecito. Sara' oggi, sotto l'occhio implacabile dei media, in particolare le tv statunitensi, mobilitate in misura tale come fosse lo scenario della battaglia finale in Afghanistan o in Libia. Sono 400 i giornalisti accreditati per seguire il processo, ma in realta' la maggiore attenzione dei media e' sempre stata centrata sul giorno della sentenza, ed e' arrivato.
Sara' il giorno della verita' piu' di quanto lo sia stato il 5 dicembre 2009 quando la Corte d'assise di Perugia, al termine del processo di primo grado per l'omicidio di Meredith Kercher, avvenuto nella notte tra il 31 ottobre e il primo novembre 2007, sentenzio' per la giovane studentessa statunitense di Seattle la condanna a 26 anni di reclusione e per lui, studente pugliese (Giovinazzo, nel barese, la sua citta') a 25 anni, mentre l'accusa aveva richiesto per entrambi il massimo della pena prevista in Italia, l'ergastolo. Poco piu' di 24 ore, almeno cosi' si pensa che sia, e arrivera' il verdetto di secondo grado. Un'eventuale conferma della condanna, se non un appesantimento - l'accusa ha reiterato per entrambi la richiesta della pena dell'ergastolo - significherebbe ridurre al lumicino le speranze future degli imputati di uscirne puliti, perche' resterebbe solo il ricorso in Cassazione, il cui giudizio non e' pero' nel merito ma di legittimita'.
A decidere saranno il presidente Claudio Pratillo Hellmann, il giudice a latere Massimo Zanetti e i sei giudici popolari (cinque dei quali sono donne). "No! No!", urlo' Amanda quando i giudici di primo grado decisero per la condanna. Un urlo che e' rimasto nelle orecchie e nel cervello degli americani, che ha ancor piu' caricato la molla della mobilitazione mediatica, specie televisiva, e che in questi giorni avvolge come una spirale la citta' di Perugia, facendola assurgere quasi a "capitale" d'Italia. La tranquilla ed eurochocolate Perugia trasformata da un puntino quale e' sulla carta geografica del pianeta a centro gravitazionale del'interesse dei media americani. Come appunto lo e' Kabul o Tripoli.
PERUGIA INVASA DALLE 'FLY' DELLE EMITTENTI TV - La citta' umbra e' tornata ad essere invasa dalle fly delle emittenti televisive, con la piazza antistante l'ingresso di Palazzo di giustizia in corso Matteotti "occupata", quasi militarizzata, dalle tv, dalle loro postazioni allestite per i collegamenti satellitari. Oggi si giocano le ultime carte gli stessi Amanda e Raffaele: al termine delle repliche finali della difesa sono attese le loro dichiarazioni spontanee. Per dire cosa? Sicuramente per dire "siamo innocenti", come fanno dal novembre 2007, forse aggiungendo questa volta "confidiamo nella giustizia italiana".
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