ROMA. (GUARDA IL VIDEO) Italia sotto i riflettori nel vertice dei capi di Stato e di governo dell'Unione europea che si e' svolto a Bruxelles. La cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente francese Nicolas Sarkozy e Herman Van Rompuy, presidente del Consiglio europeo, hanno infatti dichiarato di essere preoccupati per la situazione economica italiana.
Da qui la richiesta al premier Silvio Berlusconi di assumere entro i prossimi giorni, prima del vertice dei paesi dell'Eurogruppo fissato per mercoledi', decisioni in grado di rassicurare i mercati, avviare lo sviluppo e la riduzione del debito pubblico. Il presidente del Consiglio ha rassicurato sulle intenzioni del governo italiano e ha fatto riferimento alla necessita' di riformare le pensioni (potrebbero essere innalzate per tutti a 67 anni) malgrado le perplessita' di Umberto Bossi e della Lega.
''Io e la cancelliera Merkel abbiamo incontrato Berlusconi e Papandreou per ricordargli le responsabilita' che hanno e le decisioni che devono prendere. Italia e Grecia devono essere coscienti delle loro responsabilita''', ha dichiarato Sarkozy nella conferenza stampa che ha tenuto congiuntamente con la cancelliera tedesca.
Di uguale tenore le dichiarazioni di Merkel: ''All'Italia abbiamo ricordato che e' importante fare tutto il necessario per mostrare senso di responsabilita' prendendo provvedimenti sia sul fronte del debito che su quello della crescita''. La cancelliera tedesca riconosce pero' che l'Italia ''e' un grande e importante partner per la zona euro, ed e' percio' necessario che sia all'altezza delle sue responsabilita'''.
''Abbiamo chiesto all'Italia dettagli e scadenze precise sulle riforme del mercato del lavoro, delle imprese pubbliche, della giustizia, sulle privatizzazioni e la lotta alla frode fiscale. Nei prossimi giorni lavoreremo a braccetto affinche' l'Italia faccia quanto promesso'', ha spiegato Van Rompuy.
Berlusconi prende atto dei richiami e annuncia che gia' oggi potrebbe convocare un Consiglio dei ministri per rispondere alle sollecitazioni di Germania e Francia. Ma il premier davanti a microfoni e telecamere rifiuta il paragone tra la situazione italiana e quella greca: ''Non c'e' stato e non c'e' rischio Italia. E' ovvio che 1.900 miliardi di debito, ereditato dal passato, saltano agli occhi. Soprattutto della speculazione finanziaria''.
Quanto alla reazione francese, spiega Berlusconi, potrebbe derivare dal caso creato da Lorenzo Bini Smaghi che non si dimette dalla board della Bce per lasciare il posto a un esponente francese: ''Io non ho alcuna responsabilita', noi gli abbiamo offerto dei posti prestigiosissimi e di responsabilita' ma lui li ha rifiutati''.
Sulle misure da adottare con urgenza, Berlusconi si limita a fare riferimento alla riforma delle pensioni (''Non saranno toccate le pensioni di nessuno, bisogna pero' tener presente che la vita media in Italia e' intorno agli 80 anni'') e alle dismissioni del patrimonio statale: ''Ho ribadito che il nostro obiettivo e' arrivare al pareggio di bilancio nel 2013 ma si potrebbe ridurre il debito forse gia' prima ponendo sul mercato gli immobili del patrimonio pubblico''.
L'immagine negativa che grava sull'Italia, conclude il presidente del Consiglio, e' responsabilita' di ''una opposizione antitaliana che per fare la guerra al governo diffonde pessimismo e disfattismo che vengono ripresi dai giornali di sinistra che vengono copiati all'estero''.
Berlusconi, dopo il vertice di Bruxelles, ha ora il compito di convincere il suo governo a varare in fretta il decreto sviluppo piu' volte rinviato.
Critico il giudizio di Pier Ferdinando Casini, leader dell'Udc: ''Berlusconi si e' comportato come un ragazzino che arriva all'esame e si accorge di non aver studiato. Da lui sono arrivate finora cento idee che si sono rivelate solo cento sciocchezze''.
''Per gli italiani e' diventato umiliante andare all'estero'', commenta Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, che auspica la formazione di un nuovo governo in modo da ''superare il berlusconismo e ricostruire il paese cercando di riconquistare prestigio a livello internazionale''.
Dichiara Gianfranco Fini, presidente della Camera, intervistato nella trasmissione televisiva ''Che tempo che fa'': ''Non credo che l'Italia possa fallire, siamo vicini al baratro che significa recessione e siamo in una fase di stagnazione. Di fatto c'e' un direttorio franco-tedesco e bisogna chiedersi perche' il terzo grande paese come l'Italia sia fuori dalla porta. La credibilita' dell'Italia e' sotto zero''.
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