di Manuela Merico - Se in passato, Brasile, Russia, India e Cina erano considerati paesi fuori dal settore moda, in quanto le vendite di abbigliamento non riuscivano a competere con il resto del mondo, ora c’è da avere “paura” della loro potenza.
La Cina, chiamata spesso “paese delle copie”, ha adottato una nuova strategia: mandare i giovani a studiare moda in Italia per cercar di apprendere il nostro Know How. Per ora i marchi più venduti in Cina riguardano lo streetwear e le pellicce, per non parlare degli accessori che rappresentano il core business. Presto assisteremo però avere e proprie creazioni stile Made in Italy.
Il Brasile, invece, ha conosciuto la moda italiana subito dopo l’eliminazione delle restrizioni d’importazione. Le donne amano i capi in pelle e gli accessori, nonostante il paese abbia comunque un fashion system attivo. I brasiliani esportano facilmente costumi da bagno e marchi come Havaianas e Melissa, ciò che manca nel paese sono le figure di stilisti-imprenditori interessati ad investire sul territorio.
La situazione delle tasse d’importazione indiana, al contrario è ancora da sbloccare e questo rende complessa la diffusione di una cultura di moda che non sia solo indirizzata all’acquisto effettuato per mostrare lo status sociale. Gli indiani, inizialmente erano stati abituati ad un acquisto chiamato mall culture e cioè indirizzato ai grandi magazzini, ora il desiderio di possedere un vestito di alta moda si accresce sempre di più e lo dimostra la valutazione del mercato: 14 miliardi di dollari!
Paese largamente interessato ai beni di lusso è la Russia, dove scarpe e accessori non hanno successo. Le donne pongono l’attenzione sugli abiti da sera e la moda di gran classe, non più orientata verso l’esibizione del logo, ma semplicemente raffinata. A questo proposito si sono diffusi atelier semi-privati nei quali le donne possono comodamente scegliere l’abito lontano dagli occhi indiscreti. Nonostante manchi la cultura della moda, le numerose vendite pongono la Russia in una situazione ben diversa dall’epoca comunista.
E noi italiani, siamo pronti ad accogliere le eventuali proposte degli stilisti Bric? Sicuramente tra qualche anno avremo la risposta.
La Cina, chiamata spesso “paese delle copie”, ha adottato una nuova strategia: mandare i giovani a studiare moda in Italia per cercar di apprendere il nostro Know How. Per ora i marchi più venduti in Cina riguardano lo streetwear e le pellicce, per non parlare degli accessori che rappresentano il core business. Presto assisteremo però avere e proprie creazioni stile Made in Italy.
Il Brasile, invece, ha conosciuto la moda italiana subito dopo l’eliminazione delle restrizioni d’importazione. Le donne amano i capi in pelle e gli accessori, nonostante il paese abbia comunque un fashion system attivo. I brasiliani esportano facilmente costumi da bagno e marchi come Havaianas e Melissa, ciò che manca nel paese sono le figure di stilisti-imprenditori interessati ad investire sul territorio.
La situazione delle tasse d’importazione indiana, al contrario è ancora da sbloccare e questo rende complessa la diffusione di una cultura di moda che non sia solo indirizzata all’acquisto effettuato per mostrare lo status sociale. Gli indiani, inizialmente erano stati abituati ad un acquisto chiamato mall culture e cioè indirizzato ai grandi magazzini, ora il desiderio di possedere un vestito di alta moda si accresce sempre di più e lo dimostra la valutazione del mercato: 14 miliardi di dollari!
Paese largamente interessato ai beni di lusso è la Russia, dove scarpe e accessori non hanno successo. Le donne pongono l’attenzione sugli abiti da sera e la moda di gran classe, non più orientata verso l’esibizione del logo, ma semplicemente raffinata. A questo proposito si sono diffusi atelier semi-privati nei quali le donne possono comodamente scegliere l’abito lontano dagli occhi indiscreti. Nonostante manchi la cultura della moda, le numerose vendite pongono la Russia in una situazione ben diversa dall’epoca comunista.
E noi italiani, siamo pronti ad accogliere le eventuali proposte degli stilisti Bric? Sicuramente tra qualche anno avremo la risposta.
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