di Manuela Merico
BARI. Finalmente anche la Puglia può vantare il suo lato modaiolo nell’undicesimo secolo dove i beni di lusso sono le uniche cose che resistono alla crisi e che mandano avanti l’economia mondiale.
A livello internazionale è bene presentare Antonella Cannarozzi unica italiana al Kodak Theatre di Los Angeles in nomination per gli Oscar. Stilista tarantina per il film “Io sono l’amore” di Luca Guadagnino, la Cannarozzi, ha incantato l’America con i suoi abiti al pari della Beaven, della Atwood e di Sandy Powell. Un’ottima vetrina per l’Italia che spesso annichilisce la propria cultura importando idee dall’estero meno originali di quello che sembrano.
Una delle donne che, invece, fa rivivere la cultura attraverso il restauro degli abiti antichi è Gabriella Bozzi. Recentemente, l’artigiana di origini baresi, ha riportato splendore ad una andrienne settecentesca ritrovata nella chiesa di Uggiano in provincia di Lecce. Una vestaglia nata per vestire statue di Madonne o Sante in prezioso tessuto taffetà double liseré broccato (tessitura di seta sottilissima realizzata al telaio con lentezza estrema). Un pezzo di storia ricco d’argento con doppio intreccio in ordito e trama commissionato nel XVIII secolo agli artigiani di Lione.
Di tutt’altri abiti si occupano le fashion blogger e fashion icon del capoluogo pugliese. Le prime scrivono recensioni e reportage su siti web da loro realizzati, le seconde indossano accessori e vestiti per farsi fotografare. Esempio di esperta di moda che si è fatta conoscere attraverso il web è Flavia De Filippis curatrice del blog Trendy Trendy. La ventottenne co-gestisce anche il concept store My Tea Cup dove ultimamente si è tenuto l’incontro “Gira La moda” con la presenza di Carla Gozzi (conduttrice di Ma come ti vesti?) che ha “trasformato” il look di alcune ospiti dalla testa ai piedi.
Tante opportunità, come possiamo notare, per la Puglia che “si fa da sola” investendo in progetti innovativi e al tempo stesso ricchi di storia.
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