BARI. “Prenoti oggi, ottieni una visita solo a dicembre 2013. Il 30, per la precisione. Con tanto di ticket da pagare. 30 euro, perché anche il disservizio si paga. Questa è la vergogna in cui sguazza ormai da tempo la neuropsichiatria infantile pugliese. Un grido di dolore che sale dal comitato dei genitori dei minori con patologie legate alla neuropsichiatria che oggi sono tornati a chiedere a Fiore e Vendola, dopo averlo fatto inascoltati a maggio sorso, un incontro urgente per far fronte ad un situazione insostenibile”. Alla denuncia dei genitori di questi piccoli pazienti si è unito adesso, come allora, il consigliere e coordinatore regionale di Futuro e Libertà, Giammarco Surico, componente della Commissione Sanità della Regione Puglia.
“Oltre due anni di attesa sono una infinità intollerabile per chiunque - sostiene Surico - immaginate cosa possano significare per un minore, di per sé ancora più fragile e che deve affrontare disturbi particolarmente delicati come quelli legati alla neuropsichiatria. E se, da un lato, il calvario è legato alla diagnosi che, evidentemente, non è certo precoce come dovrebbe - dati i tempi di attesa dilatati da un servizio pubblico ormai al capolinea in Puglia, grazie ad una gestione scellerata e alla colpevole latitanza dei due governi Vendola - dall’altro riguarda anche chi è già in cura”.
“La situazione è, infatti, aggravata da servizi territoriali carenti sul piano del personale e delle attrezzature - spiega Surico, che per Fli è responsabile nazionale delle politiche per la salute - basti pensare che, a fronte di una popolazione di soli minori pari a 97mila unità nell’area metropolitana barese, la Asl più grande d’Italia, vi è una sola Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria infantile. Il caos e l’approssimazione rischiano di mettere – ma lo hanno già fatto – fuorilegge le stesse Asl che, per esempio, a proposito di patologie come la dislessia, non ottemperano a quanto disposto dalla legge n. 170 del 2010 che impone tempi brevi all’effettuazione degli accertamenti”.
“Dal pozzo senza fondo dei disservizi - sottolinea il consigliere di Fli, - emergono storie di disperazione e di annientamento dei diritti più elementari, il cui risultato è l’esponenziale aumento della mobilità passiva, meglio conosciuta come i viaggi della speranza fuori regione, la cui spesa ammonta ad oggi ad oltre 220 milioni di euro”
“Oltre due anni di attesa sono una infinità intollerabile per chiunque - sostiene Surico - immaginate cosa possano significare per un minore, di per sé ancora più fragile e che deve affrontare disturbi particolarmente delicati come quelli legati alla neuropsichiatria. E se, da un lato, il calvario è legato alla diagnosi che, evidentemente, non è certo precoce come dovrebbe - dati i tempi di attesa dilatati da un servizio pubblico ormai al capolinea in Puglia, grazie ad una gestione scellerata e alla colpevole latitanza dei due governi Vendola - dall’altro riguarda anche chi è già in cura”.
“La situazione è, infatti, aggravata da servizi territoriali carenti sul piano del personale e delle attrezzature - spiega Surico, che per Fli è responsabile nazionale delle politiche per la salute - basti pensare che, a fronte di una popolazione di soli minori pari a 97mila unità nell’area metropolitana barese, la Asl più grande d’Italia, vi è una sola Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria infantile. Il caos e l’approssimazione rischiano di mettere – ma lo hanno già fatto – fuorilegge le stesse Asl che, per esempio, a proposito di patologie come la dislessia, non ottemperano a quanto disposto dalla legge n. 170 del 2010 che impone tempi brevi all’effettuazione degli accertamenti”.
“Dal pozzo senza fondo dei disservizi - sottolinea il consigliere di Fli, - emergono storie di disperazione e di annientamento dei diritti più elementari, il cui risultato è l’esponenziale aumento della mobilità passiva, meglio conosciuta come i viaggi della speranza fuori regione, la cui spesa ammonta ad oggi ad oltre 220 milioni di euro”