Oggi per il Governo la prova cruciale: maggioranza vuole superare quota 315

ROMA. Alle 11 sono previste alla Camera le dichiarazioni di voto sulle comunicazioni di Silvio Berlusconi. Alle 12,30 iniziera' la chiama per il voto di fiducia. A quest'ultima operazione parteciperanno anche i deputati delle opposizioni che hanno disertato l'Aula durante il discorso del premier e il dibattito successivo.

I riflettori sono puntati sul numero dei voti che decreteranno il raggiungimento della fiducia numero 53 da parte del governo, dal momento che il risultato positivo appare scontato. Lo scorso 28 settembre, quando si voto' la mozione di sfiducia presentata da Pd e Idv nei confronti di Saverio Romano, ministro delle Politiche agricole, la maggioranza ottenne 315 voti contro i 294 dell'opposizione.

L'obiettivo per oggi e' raggiungere almeno quota 316, che assicurerebbe al governo la maggioranza assoluta dei 630 deputati di cui e' composta la Camera.

Superare l'asticella dei 315 voti sarebbe per il centrodestra un risultato politico che confermerebbe che il governo, pur tra qualche affanno, puo' continuare la sua marcia. Denis Verdini, Pdl, ieri si diceva convinto che il governo potesse ottenere addirittura 322 voti di fiducia. I deputati meno ottimisti calcolavano in 319 il risultato finale.

Dopo il no alla fiducia confermato da Santo Versace, che nelle scorse settimane ha lasciato il Pdl, la preoccupazione nelle fila della maggioranza e' che possano esserci altri no.

Nonostante Claudio Scajola abbia confermato il suo via libera al voto di fiducia, nel Pdl si teme infatti che qualche frondista possa non presentarsi in Aula o astenersi.

Fabio Gava, Pdl, intervistato dal telegiornale de La7, ha per esempio confermato di non essere stato persuaso dal discorso del premier e che decidera' all'ultimo momento come votare. Lo stesso Scajola ha fatto capire che il suo si' si spiega piu' per ragioni di lealta' politica che per condivisione programmatica.

Che qualche preoccupazione ci sia per il superamento di quota 316 nei voti di fiducia lo conferma anche la nota diffusa ieri sera da Berlusconi: ''Intrattengo con Claudio Scajola un'amicizia quasi ventennale e in tutti questi anni non ci sono mai state con lui trattative su alcunche'''.

''Claudio - prosegue la nota - ha ricoperto importanti ruoli nel partito e nel governo, con competenza e capacita'.

Sono quindi amareggiato nel leggere notizie diverse su agenzie e giornali, notizie che sono infondate e che sono l'opposto del mio giudizio su Claudio Scajola, che rimane un protagonista importante del nostro movimento'' .

Qualche defezione nella maggioranza potrebbe esserci pure tra i leghisti. Se Umberto Bossi e Roberto Calderoli hanno rassicurato Berlusconi sulla compattezza della Lega, a piu' di un deputato del Carroccio il discorso del presidente del Consiglio e' sembrato insufficiente e a rischio immobilismo.

L'onorevole Carolina Lussana, intervenendo a nome della Lega dopo le comunicazioni di Berlusconi, ha del resto ribadito che il Carroccio avrebbe voluto ascoltare date e impegni certi da parte del governo sulle riforme piu' volte auspicate e mai realizzate, a iniziare dal federalismo.

Anche l'affermazione ''il nostro governo non ha alternative credibili'' contenuta nel discorso di ieri del premier non convince tutta la maggioranza. Prima di eventuali elezioni anticipate ci sarebbe infatti da parte del presidente Giorgio Napolitano una verifica sull'esistenza o meno di altre maggioranze in Parlamento. Una maggioranza piu' larga di quella attuale, come auspicato dai frondisti del Pdl, potrebbe in qual caso prendere forma e andare avanti fino alla fine della legislatura nel 2013.

Alle 14, dopo il voto di fiducia, e' intanto convocato il Consiglio dei ministri che deve approvare il nuovo rendiconto dello Stato da ripresentare al Parlamento. Si discutera' anche della legge di stabilita'.