BARI. Vendola e Introna al lavoro per risolvere il problema dei dipendenti regionali “retrocessi” dalla fascia D alla C, dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha cancellato i concorsi superati nel 1998 e del 1999. L’ordine del giorno approvato all’unanimità in Consiglio regionale nella seduta del 18 ottobre è stato trasmesso a tutti i Parlamentari pugliesi con una nota congiunta a firma dei presidenti della Regione, Nichi Vendola, e dell’Assemblea, Onofrio Introna.
Dopo l’approvazione della norma che riconosce lo svolgimento delle mansioni superiori al personale interessato, la trasmissione a Roma del documento unitario che sollecita un intervento normativo nazionale “risolutivo” è il secondo degli impegni assolti nei confronti di “risorse umane e professionali essenziali per la Regione”, insistono i presidenti.
L’ordine del giorno consiliare è stato inviato sempre a firma Vendola e Introna anche a Palazzo Chigi, ai presidenti di Camera e Senato e al ministro Fitto. “Sui tavoli romani il problema è già noto ed è al centro di un confronto aperto con i tecnici del Ministero per le Regioni”, ricorda Vendola. “I diritti soggettivi dei lavoratori – aggiunge - sono indicati come aspetto prioritario del problema e i drammi umani e personali prevalgono sulle oggettive esigenze dell’Ente, comunque penalizzato nel funzionamento della macchina amministrativa”.
Il presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna ricorda che tutte le iniziative si svolgono in confronto costante con le organizzazioni sindacali. “Rivolgendosi al livello istituzionale romano – osserva – la Puglia chiede un’iniziativa legislativa specifica del Parlamento nazionale. Risponde anche ad un principio di equità sociale considerare che per oltre un decennio questo personale ha garantito funzioni essenziali, vitali per la Regione”.
Il legislatore nazionale – questa la richiesta della Regione Puglia - dovrebbe perciò intervenire a ristoro delle posizioni soggettive, anche in considerazione del legittimo affidamento consolidato a vantaggio degli interessati, impegnati senza soluzione di continuità in funzioni vitali per l'Amministrazione regionale e per gli amministrati.
Le funzioni sono state svolte nel presupposto della legittimità della loro attribuzione e sulla scorta di una norma primaria. “Grazie all'operato di questi dipendenti – si legge nella nota dei presidenti Vendola e Introna - la Regione ha potuto assolvere l’ingente carico di competenze riconosciute alla Regione Puglia dalla riforma del titolo V della Costituzione e dalla crescente rilevanza delle funzioni regionali in materia di investimenti in conto capitale (Programmi FAS e Programmi Comunitari)”.
Dopo l’approvazione della norma che riconosce lo svolgimento delle mansioni superiori al personale interessato, la trasmissione a Roma del documento unitario che sollecita un intervento normativo nazionale “risolutivo” è il secondo degli impegni assolti nei confronti di “risorse umane e professionali essenziali per la Regione”, insistono i presidenti.
L’ordine del giorno consiliare è stato inviato sempre a firma Vendola e Introna anche a Palazzo Chigi, ai presidenti di Camera e Senato e al ministro Fitto. “Sui tavoli romani il problema è già noto ed è al centro di un confronto aperto con i tecnici del Ministero per le Regioni”, ricorda Vendola. “I diritti soggettivi dei lavoratori – aggiunge - sono indicati come aspetto prioritario del problema e i drammi umani e personali prevalgono sulle oggettive esigenze dell’Ente, comunque penalizzato nel funzionamento della macchina amministrativa”.
Il presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna ricorda che tutte le iniziative si svolgono in confronto costante con le organizzazioni sindacali. “Rivolgendosi al livello istituzionale romano – osserva – la Puglia chiede un’iniziativa legislativa specifica del Parlamento nazionale. Risponde anche ad un principio di equità sociale considerare che per oltre un decennio questo personale ha garantito funzioni essenziali, vitali per la Regione”.
Il legislatore nazionale – questa la richiesta della Regione Puglia - dovrebbe perciò intervenire a ristoro delle posizioni soggettive, anche in considerazione del legittimo affidamento consolidato a vantaggio degli interessati, impegnati senza soluzione di continuità in funzioni vitali per l'Amministrazione regionale e per gli amministrati.
Le funzioni sono state svolte nel presupposto della legittimità della loro attribuzione e sulla scorta di una norma primaria. “Grazie all'operato di questi dipendenti – si legge nella nota dei presidenti Vendola e Introna - la Regione ha potuto assolvere l’ingente carico di competenze riconosciute alla Regione Puglia dalla riforma del titolo V della Costituzione e dalla crescente rilevanza delle funzioni regionali in materia di investimenti in conto capitale (Programmi FAS e Programmi Comunitari)”.
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