BARI. Sei condanne sono state comminate dal Tribunale di Bari per una presunta lottizzazione abusiva realizzata a Casamassima. Il giudice ha inflitto otto mesi di carcere, pena sospesa, ad Alessandro L'Abbate, dirigente dell'ufficio tecnico del Comune di Casamassima, firmatario del permesso a costruire, Mariangela Azzone, amministratore della societa' 'Le Agavi sas', assieme a Alda Malcangi, Armando De Cillis, progettista dell'opera sott'accusa, Angelo Orofino, altro progettista della costruzione e Antonio Forte, costruttore e legale rappresentate della Co.Ge.r srl.
Secondo il pm inquirente della Procura di Bari, Ciro Angelillis, a Casamassima, in provincia di Bari, sarebbe stata eseguita una ristrutturazione edilizia di tre edifici del complesso denominato 'Villa Azzone' senza tenere conto della giusta distanza dalla macchia boschiva e dei vincoli paesaggistici imposti. In particolare, in una zona riservata dal Comune, scrive il pm, ''all'agricoltura e alla tutela di caratteristiche naturali e paesaggistico-ambientali'', i sei imputati avrebbero provato a trasformare opifici e frantoi in ''residenze turistico-alberghiere''.
Il permesso di costruire rilasciato da L'Abbate, sostiene il pm, sarebbe stato rilasciato in violazione del Piano regolatore generale del Comune, per questo e' ritenuto dal magistrato ''inefficace in quanto rilasciato in assenza di autorizzazione paesistica''.
Secondo il pm inquirente della Procura di Bari, Ciro Angelillis, a Casamassima, in provincia di Bari, sarebbe stata eseguita una ristrutturazione edilizia di tre edifici del complesso denominato 'Villa Azzone' senza tenere conto della giusta distanza dalla macchia boschiva e dei vincoli paesaggistici imposti. In particolare, in una zona riservata dal Comune, scrive il pm, ''all'agricoltura e alla tutela di caratteristiche naturali e paesaggistico-ambientali'', i sei imputati avrebbero provato a trasformare opifici e frantoi in ''residenze turistico-alberghiere''.
Il permesso di costruire rilasciato da L'Abbate, sostiene il pm, sarebbe stato rilasciato in violazione del Piano regolatore generale del Comune, per questo e' ritenuto dal magistrato ''inefficace in quanto rilasciato in assenza di autorizzazione paesistica''.