BARI. “La pessima gestione della crisi finanziaria ed economica da parte del Governo e i ritardi della Regione Puglia hanno messo seriamente a rischio l’universalità del diritto alla salute: il pilastro del welfare che sta cadendo sotto i colpi di tagli e licenziamenti”. Michele Bordo, deputato del Partito Democratico, dopo aver sollevato in Parlamento il tema della ‘emergenza sanità’ in Puglia, insieme ai colleghi pugliesi, lancia l’allarme su quanto accadrà “quando scadranno i contratti a tempo determinato di migliaia tra medici e paramedici e si dovrà chiudere la metà delle strutture sanitarie complesse: un destino a cui non possiamo rassegnarci”.
Una prospettiva aggravata dalle previsioni per il 2012: riduzione di 400 milioni del fondo per la sanità pugliese e taglio di 4.000 posti di lavoro nelle aziende sanitarie pubbliche e private.
“Il Governo nazionale, dopo aver contribuito con gravi responsabilità alla chiusura di oltre 50 ospedali – continua Bordo – sta provando surrettiziamente a ridurre ulteriormente i costi della sanità pugliese bloccando l’indispensabile turn over del personale.
E poco importa se così facendo si svuoteranno strutture appena realizzate e costate milioni di euro, si elimineranno servizi realizzati con il concorrente sacrificio delle comunità locali, si ridurranno drasticamente i livelli qualitativi del servizio fornito.
La chiusura dei reparti di ‘Pronto Soccorso’ è, probabilmente, l’effetto più simbolico di questo accanimento sulla spesa sanitaria: non sarà più garantita l’assistenza tempestiva ed efficace in casi emergenza.
Le più che legittime proteste dei cittadini e dei sindaci, al pari delle sfiancanti trattative tra Regione e Governo, non hanno prodotto alcun risultato. E’ arrivato il momento di affermare con maggiore forza e decisione la necessità di garantire il diritto alla salute – conclude Michele Bordo – è arrivato il momento di attivare una seria mobilitazione delle istituzioni locali, regionali e nazionali per ottenere risultati urgentemente tangibili a tutela della dignità dei cittadini a partire dalle deroghe governative al blocco del turn over, per garantire i livelli essenziali di assistenza, e l’attivazione di un tavolo di concertazione tra Regione ed Enti locali per affrontare l'emergenza”.
Una prospettiva aggravata dalle previsioni per il 2012: riduzione di 400 milioni del fondo per la sanità pugliese e taglio di 4.000 posti di lavoro nelle aziende sanitarie pubbliche e private.
“Il Governo nazionale, dopo aver contribuito con gravi responsabilità alla chiusura di oltre 50 ospedali – continua Bordo – sta provando surrettiziamente a ridurre ulteriormente i costi della sanità pugliese bloccando l’indispensabile turn over del personale.
E poco importa se così facendo si svuoteranno strutture appena realizzate e costate milioni di euro, si elimineranno servizi realizzati con il concorrente sacrificio delle comunità locali, si ridurranno drasticamente i livelli qualitativi del servizio fornito.
La chiusura dei reparti di ‘Pronto Soccorso’ è, probabilmente, l’effetto più simbolico di questo accanimento sulla spesa sanitaria: non sarà più garantita l’assistenza tempestiva ed efficace in casi emergenza.
Le più che legittime proteste dei cittadini e dei sindaci, al pari delle sfiancanti trattative tra Regione e Governo, non hanno prodotto alcun risultato. E’ arrivato il momento di affermare con maggiore forza e decisione la necessità di garantire il diritto alla salute – conclude Michele Bordo – è arrivato il momento di attivare una seria mobilitazione delle istituzioni locali, regionali e nazionali per ottenere risultati urgentemente tangibili a tutela della dignità dei cittadini a partire dalle deroghe governative al blocco del turn over, per garantire i livelli essenziali di assistenza, e l’attivazione di un tavolo di concertazione tra Regione ed Enti locali per affrontare l'emergenza”.
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