BARI. «Le file agli sportelli per il pagamento dei tickets, le lunghe liste di attesa, la difficoltà a garantire i servizi minimi ai cittadini, più che convincere i diversi schieramenti politici a ricercare soluzioni positive, magari condivise, favoriscono invece solo il rimpallo delle responsabilità». È quanto denuncia il segretario regionale della Fp-Cgil Biagio D’alberto, che così torna sulla vicenda dei 530 medici stabilizzati per i quali è scattato l’altolà della Consulta oltre al blocco del turn-over negli ospedali sancito dal piano di rientro.
«Abbiamo il numero più basso di operatori sanitari in rapporto popolazione residente; siamo obbligati ad un ridimensionamento degli organici; le sentenze della Corte Costituzionale obbligano a licenziare centinaia di operatori; il turn-over è bloccato. In queste condizioni - chiede la Cgil pugliese - come si fa a garantire i Lea in Puglia? Non potendo accedere alle deroghe, prerogativa concessa solo alle regioni commissariate, come assicuriamo la continuità dei servizi ai pugliesi?».
A prescindere dall’esito favorevole delle prime sentenze a Taranto, «tutto il personale precario, sia medico che delle professioni sanitarie, non troverà mai spazio senza una soluzione politica, così come non troveranno spazio i lavoratori dei progetti Ares - aggiunge - che si sono occupati dell’assistenza domiciliare oncologica e che vedranno azzerato il loro rapporto di lavoro tra qualche settimana. La deroga è una necessità vitale per sopravvivere».
Per questo, annuncia, la Fp-Cgil ha programmato delle iniziative di mobilitazione nelle città di Bari, Taranto, Bat e nelle altre province pugliesi, «sia sotto le Prefetture che presso le direzioni generali delle Asl». Polemica anche sulle chiusre dei 18 ospedali da dismettere previsti dal piano dei tagli.
«La mia battaglia sulla sede della Asl Bat - dice Ruggiero Mennea, consigliere del Pd - non ha nulla di campanilistico. L’onorevole Fucci dice che è sbagliato approcciarsi a questo discorso con una logica esclusivamente economica e di costi: perché non lo va a dire a Tremonti e Fitto, che ci hanno imposto un piano di rientro “lacrime e sangue”, che si fonda solo ed esclusivamente sui tagli dei costi?». Piuttosto, «l’onorevole Fucci lavori in Parlamento per allentare la morsa del piano di rientro e dia, così, un segnale politico concreto al territorio, che necessita di maggiori risorse finanziarie». Sui disservizi nel sistema sanitario pugliese anche alla luce delle inchieste giudiziarie in corso, qualche settimana fa, il senatore Pdl Luigi D’Ambrosio Lettieri ha presentato un’interrogazione ai ministri Fazio e Nitto Palma. «Auspicavo una verifica della situazione relativa alla gestione della sanità in Puglia, alla luce delle inchieste in atto, già a partire dal primo governo Vendola. Mi auguro che anche la Magistratura faccia al più presto chiarezza» sui comportamenti di ex manager e ex assessori. «Alcune prassi si rendono tanto più odiose e intollerabili di fronte alle liste d'attesa e ai disservizi, frutti dello sfascio in cui versa la sanità pugliese, che deve il suo funzionamento alla sola buona volontà, alla competenza e alla responsabilità degli operatori».
«Abbiamo il numero più basso di operatori sanitari in rapporto popolazione residente; siamo obbligati ad un ridimensionamento degli organici; le sentenze della Corte Costituzionale obbligano a licenziare centinaia di operatori; il turn-over è bloccato. In queste condizioni - chiede la Cgil pugliese - come si fa a garantire i Lea in Puglia? Non potendo accedere alle deroghe, prerogativa concessa solo alle regioni commissariate, come assicuriamo la continuità dei servizi ai pugliesi?».
A prescindere dall’esito favorevole delle prime sentenze a Taranto, «tutto il personale precario, sia medico che delle professioni sanitarie, non troverà mai spazio senza una soluzione politica, così come non troveranno spazio i lavoratori dei progetti Ares - aggiunge - che si sono occupati dell’assistenza domiciliare oncologica e che vedranno azzerato il loro rapporto di lavoro tra qualche settimana. La deroga è una necessità vitale per sopravvivere».
Per questo, annuncia, la Fp-Cgil ha programmato delle iniziative di mobilitazione nelle città di Bari, Taranto, Bat e nelle altre province pugliesi, «sia sotto le Prefetture che presso le direzioni generali delle Asl». Polemica anche sulle chiusre dei 18 ospedali da dismettere previsti dal piano dei tagli.
«La mia battaglia sulla sede della Asl Bat - dice Ruggiero Mennea, consigliere del Pd - non ha nulla di campanilistico. L’onorevole Fucci dice che è sbagliato approcciarsi a questo discorso con una logica esclusivamente economica e di costi: perché non lo va a dire a Tremonti e Fitto, che ci hanno imposto un piano di rientro “lacrime e sangue”, che si fonda solo ed esclusivamente sui tagli dei costi?». Piuttosto, «l’onorevole Fucci lavori in Parlamento per allentare la morsa del piano di rientro e dia, così, un segnale politico concreto al territorio, che necessita di maggiori risorse finanziarie». Sui disservizi nel sistema sanitario pugliese anche alla luce delle inchieste giudiziarie in corso, qualche settimana fa, il senatore Pdl Luigi D’Ambrosio Lettieri ha presentato un’interrogazione ai ministri Fazio e Nitto Palma. «Auspicavo una verifica della situazione relativa alla gestione della sanità in Puglia, alla luce delle inchieste in atto, già a partire dal primo governo Vendola. Mi auguro che anche la Magistratura faccia al più presto chiarezza» sui comportamenti di ex manager e ex assessori. «Alcune prassi si rendono tanto più odiose e intollerabili di fronte alle liste d'attesa e ai disservizi, frutti dello sfascio in cui versa la sanità pugliese, che deve il suo funzionamento alla sola buona volontà, alla competenza e alla responsabilità degli operatori».