Zio Michele a Cosima: tutta colpa di Galoppa

TARANTO. Michele Misseri aveva annunciato alla moglie, Cosima Serrano, l'intenzione di accusare il suo ex difensore Daniele Galoppa e la criminologa Roberta Bruzzone di averlo spinto ad accusare i parenti dell'omicidio di Sarah Scazzi, come ha scritto poi nel suo memoriale. E' quanto emerge da una lettera scritta da Michele Misseri alla moglie il 28 luglio scorso (la donna era in carcere dal 26 maggio), lettera della quale sono stati letti alcuni passi nella puntata odierna della 'Vita in diretta' su Rai1.

"GALOPPA MI HA UBRIACATO" - ''Non sono mai arrivato alla verita' perche' con il mio avvocato Galoppa (l'ex legale ndr) tutte le volte che e' venuto a trovarmi in carcere che io dicevo che ho ucciso la povera Sarah, il mio avvocato Galoppa non mi ha mai creduto ma mi ha solo ubriacato, che mi diceva 'ma perche' dici cosi'?''. Si apre in questo modo il memoriale, lungo una ventina di pagine, che stamane Michele Misseri ha consegnato al giudice delle udienze preliminari del Tribunale di Taranto Pompeo Carriere.
In aula il contadino di Avetrana ha anche fatto delle dichiarazioni spontanee autoaccusandosi del delitto della 15enne Sarah Scazzi e scagionando la figlia Sabrina e la moglie Cosima Serrano. Il testo originale e' scritto in un italiano molto stentato. Michele, rivolgendosi ai pm, aggiunge di non essere mai riuscito a convincere il suo avvocato e che questo gli avrebbe detto ''tanto gli inquirenti non ti credono e nemmeno io ti credo''.

MICHELE: VIGLIACCO DA SABRINA MI HA FATTO MALE - "Mi aspettavo che Sabrina dicesse di essere stata accusata ingiustamente ma questa parola, vigliacco e' stata pesante". Intervistato da "Pomeriggio cinque", Michele Misseri ancora una volta racconta la sua verita' e decide di rispondere a sua figlia che ieri, nel corso dell'udienza preliminare a Taranto, ha dato del vigliacco al padre. "La reazione quando ho visto mia figlia - aggiunge Michele Misseri - e' che mi sono scappate le lacrime ma ci sono rimasto male quando ha detto che lei e' stata incolpata dal vigliacco di suo padre, certamente non posso dire altro. Per questo mi sono alzato e sono andato al microfono con il memoriale che pensavo me lo sequestrassero in carcere, cosa che non e' mai successo, e cosi' l'ho dato al giudice e non ai magistrati. Io dovevo esplodere". "Ho raccontato tutto, come e' andata tutta la storia - continua Michele - il trattore che non partiva, che ero nervoso, che mia moglie era a letto con Sabrina, non e' sfuggito niente anzi c'e' stato piu' di quello che dovevo dire. Mi sento piu' libero. Non so se sono convinti ma questa e' la verita'".

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