ROMA. Claudio Scazzi, il fratello di Sarah, in tv nel corso della trasmissione 'Domenica Cinque' critica lo zio Michele Misseri per il suo modo di parlare della sorella uccisa. ''Sono scioccato - ha detto -, ne parla come di un oggetto''. Percio', continua, ''chiedo ai giornalisti di essere piu' essere piu' accorti e mettersi nei panni dei familiari''.
E' vero, aggiunge Claudio, che ''non si puo' vietare a nessuno, nemmeno a Michele Misseri di parlare. Ma quando lo ascolto, la cosa che mi fa piu' male e' quando parla di mia sorella come si trattasse di un oggetto, ne parla in modo cosi' cruento. E nessuno lo fa riflettere su quel che dice''.
Intanto la criminologa Bruzzone rimanda al mittente le accuse del suo ex assistito. "Come rispondo alle accuse di Michele Misseri? Ovviamente le rigetto al mittente. L'ho denunciato e chiedo che torni in carcere. Michele e' un ottimo soldatino al servizio del suo clan familiare: moglie e figlia lo hanno istruito ad hoc, ma in un puzzle del tutto incoerente". Sono le sue parole in un'intervista al settimanale 'Gente', in edicola da lunedi'. Ex consulente di parte del contadino di Avetrana auto-accusatosi di aver ucciso la nipotina Sarah Scazzi, finisce anche lei nell'inchiesta della procura di Taranto: secondo Misseri, infatti, la Bruzzone gli avrebbe suggerito di incolpare la figlia Sabrina, tuttora in carcere.
"Ma lui aveva gia' coinvolto la figlia, ben prima che io assumessi l'incarico. Incarico che ho lasciato di mia spontanea volonta' - spiega la criminologa - Se davvero l'avevo costretto a dire il falso, perche' non mi ha licenziata lui?". Inoltre, alla moglie Cosima, in un colloquio intercettato "Misseri aveva detto: 'Io non ho violentato la ragazza, ma se vuoi che lo dica, lo diro''. E allora nei confronti di chi Misseri manifesta una tale accondiscenza da auto-denunciarsi per un crimine tanto odioso?", si interroga la Bruzzone.
E' vero, aggiunge Claudio, che ''non si puo' vietare a nessuno, nemmeno a Michele Misseri di parlare. Ma quando lo ascolto, la cosa che mi fa piu' male e' quando parla di mia sorella come si trattasse di un oggetto, ne parla in modo cosi' cruento. E nessuno lo fa riflettere su quel che dice''.
Intanto la criminologa Bruzzone rimanda al mittente le accuse del suo ex assistito. "Come rispondo alle accuse di Michele Misseri? Ovviamente le rigetto al mittente. L'ho denunciato e chiedo che torni in carcere. Michele e' un ottimo soldatino al servizio del suo clan familiare: moglie e figlia lo hanno istruito ad hoc, ma in un puzzle del tutto incoerente". Sono le sue parole in un'intervista al settimanale 'Gente', in edicola da lunedi'. Ex consulente di parte del contadino di Avetrana auto-accusatosi di aver ucciso la nipotina Sarah Scazzi, finisce anche lei nell'inchiesta della procura di Taranto: secondo Misseri, infatti, la Bruzzone gli avrebbe suggerito di incolpare la figlia Sabrina, tuttora in carcere.
"Ma lui aveva gia' coinvolto la figlia, ben prima che io assumessi l'incarico. Incarico che ho lasciato di mia spontanea volonta' - spiega la criminologa - Se davvero l'avevo costretto a dire il falso, perche' non mi ha licenziata lui?". Inoltre, alla moglie Cosima, in un colloquio intercettato "Misseri aveva detto: 'Io non ho violentato la ragazza, ma se vuoi che lo dica, lo diro''. E allora nei confronti di chi Misseri manifesta una tale accondiscenza da auto-denunciarsi per un crimine tanto odioso?", si interroga la Bruzzone.