LECCE. (GUARDA IL VIDEO) I finanzieri della Compagnia di Gallipoli e delle Tenenze di Leuca e Casarano, in provincia di Lecce, nell'ambito di una operazione in materia di abusivismo edilizio, stanno eseguendo il sequestro preventivo di una struttura turistico-ricettiva di Porto Cesareo, del valore complessivo di circa 50 milioni di euro. Le Fiamme Gialle hanno denunciato 129 persone per reati ambientali.
La costruzione dell'intero complesso immobiliare ha causato una rilevante trasformazione urbanistica delle aree interessate, sottoposte a vincoli ambientali e paesaggistici, anche in violazione delle prescrizioni degli strumenti urbanistici vigenti e delle normative edilizia, urbanistica ed ambientale. In particolare, il precedente Consiglio Comunale di Porto Cesareo aveva approvato una variante urbanistica al Piano Regolatore Generale, attribuendo ai terreni in localita' Serricelle, precedentemente tipizzati come agricoli, una specifica destinazione turistico-alberghiera.
In violazione di quanto previsto, il complesso turistico-ricettivo venne destinato prevalentemente alla realizzazione di unita' abitative adibite a case-vacanza, successivamente vendute. Tuttavia, la procedura che ha portato alla variante urbanistica, per gli inquirenti e' illegittima, in quanto basata su due conferenze di servizi, rispettivamente risalenti agli anni 2002 e 2006, di cui la prima annullata con sentenza del Tar Puglia, confermata dal Consiglio di Stato, e la seconda indetta illecitamente.
Inoltre, la variante e' stata approvata senza tener conto delle prescrizioni di non alterazione del paesaggio regionale esistente, previste dal Piano Urbanistico Territoriale Tematico Puglia in vigore dal 2000. La realizzazione del complesso sarebbe stata resa possibile, secondo gli inquirenti, grazie ad alcuni illeciti commessi dal sindaco 'pro tempore' e dai responsabili 'pro tempore' dell'Ufficio Tecnico del Comune di Porto Cesareo nonche' dai progettisti e direttori dei lavori per la costruzione del residence, indagati per reati contro la fede pubblica ed abuso d'ufficio.
Questi ultimi, nei loro pareri e relazioni, avrebbero attestato falsamente che non esistevano altre aree urbanisticamente idonee alla realizzazione di strutture turistico-ricettive, riattivando il procedimento amministrativo che ha portato alla variante urbanistica del Piano Regolatore, nonostante la prima conferenza di servizi e il permesso a costruire fossero stati annullati con sentenza passata in giudicato del giudice amministrativo, dopo un ricorso presentato da Legambiente; che le opere edilizie erano state effettuate prima della sentenza di annullamento del permesso a costruire, mentre queste, in realta', sono state realizzate in epoca successiva.
Inoltre, i funzionari comunali, nell'emissione dei vari permessi a costruire, non hanno tenuto conto dell'intervenuta istituzione di un'area protetta regionale al confine con il resort. Sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Lecce i responsabili 'pro tempore' degli Assessorati all'Urbanistica e all'Ambiente della Regione Puglia per aver fornito pareri irregolari ed illegittimi, omettendo i controlli, obbligatori per legge, sulle attestazioni fornite dai funzionari comunali nonche' sul rispetto dei vincoli paesaggistici ed ambientali.
E' stato accertato che per realizzare comunque la vendita degli appartamenti, tenuto conto dell'impossibilita' giuridica di procedere ad una formale compravendita immobiliare a causa delle gravi violazioni alla normativa urbanistica ed ambientale, sarebbe stata attuata un'operazione di riorganizzazione societaria, attraverso il conferimento di un patrimonio immobiliare di 108 appartamenti, mascherata fittiziamente come cessione di ramo d'azienda, della Fgci srl verso una multiproprieta' azionaria, costituita 'ad hoc' e con la stessa compagine sociale, denominata 'Punta Grossa srl'.
La costruzione dell'intero complesso immobiliare ha causato una rilevante trasformazione urbanistica delle aree interessate, sottoposte a vincoli ambientali e paesaggistici, anche in violazione delle prescrizioni degli strumenti urbanistici vigenti e delle normative edilizia, urbanistica ed ambientale. In particolare, il precedente Consiglio Comunale di Porto Cesareo aveva approvato una variante urbanistica al Piano Regolatore Generale, attribuendo ai terreni in localita' Serricelle, precedentemente tipizzati come agricoli, una specifica destinazione turistico-alberghiera.
In violazione di quanto previsto, il complesso turistico-ricettivo venne destinato prevalentemente alla realizzazione di unita' abitative adibite a case-vacanza, successivamente vendute. Tuttavia, la procedura che ha portato alla variante urbanistica, per gli inquirenti e' illegittima, in quanto basata su due conferenze di servizi, rispettivamente risalenti agli anni 2002 e 2006, di cui la prima annullata con sentenza del Tar Puglia, confermata dal Consiglio di Stato, e la seconda indetta illecitamente.
Inoltre, la variante e' stata approvata senza tener conto delle prescrizioni di non alterazione del paesaggio regionale esistente, previste dal Piano Urbanistico Territoriale Tematico Puglia in vigore dal 2000. La realizzazione del complesso sarebbe stata resa possibile, secondo gli inquirenti, grazie ad alcuni illeciti commessi dal sindaco 'pro tempore' e dai responsabili 'pro tempore' dell'Ufficio Tecnico del Comune di Porto Cesareo nonche' dai progettisti e direttori dei lavori per la costruzione del residence, indagati per reati contro la fede pubblica ed abuso d'ufficio.
Questi ultimi, nei loro pareri e relazioni, avrebbero attestato falsamente che non esistevano altre aree urbanisticamente idonee alla realizzazione di strutture turistico-ricettive, riattivando il procedimento amministrativo che ha portato alla variante urbanistica del Piano Regolatore, nonostante la prima conferenza di servizi e il permesso a costruire fossero stati annullati con sentenza passata in giudicato del giudice amministrativo, dopo un ricorso presentato da Legambiente; che le opere edilizie erano state effettuate prima della sentenza di annullamento del permesso a costruire, mentre queste, in realta', sono state realizzate in epoca successiva.
Inoltre, i funzionari comunali, nell'emissione dei vari permessi a costruire, non hanno tenuto conto dell'intervenuta istituzione di un'area protetta regionale al confine con il resort. Sono stati denunciati alla Procura della Repubblica di Lecce i responsabili 'pro tempore' degli Assessorati all'Urbanistica e all'Ambiente della Regione Puglia per aver fornito pareri irregolari ed illegittimi, omettendo i controlli, obbligatori per legge, sulle attestazioni fornite dai funzionari comunali nonche' sul rispetto dei vincoli paesaggistici ed ambientali.
E' stato accertato che per realizzare comunque la vendita degli appartamenti, tenuto conto dell'impossibilita' giuridica di procedere ad una formale compravendita immobiliare a causa delle gravi violazioni alla normativa urbanistica ed ambientale, sarebbe stata attuata un'operazione di riorganizzazione societaria, attraverso il conferimento di un patrimonio immobiliare di 108 appartamenti, mascherata fittiziamente come cessione di ramo d'azienda, della Fgci srl verso una multiproprieta' azionaria, costituita 'ad hoc' e con la stessa compagine sociale, denominata 'Punta Grossa srl'.