di Nicola Zuccaro. "E' difficile organizzare una mostra in un anno di assenza di un evento calamitoso come nel caso di questa mostra sulle alluvioni che stiamo per inaugurare". E' così che il Prof. Michele Mossa ha concluso il convegno che precedeva l'apertura della mostra cartografica e fotografica "Le Alluvioni a Bari" allestita presso il colonnato del Palazzo della Provincia.
Sino a Lunedì 28 Novembre nei giorni feriali dalle 9 alle 19 e la Domenica dalle 9 alle 13 saranno esposte le foto provenienti dalla collezione privata del prof. Carmelo Calò Carducci e i documenti concessi dall'Archivio di Stato in Bari. Il Dipartimento di Ingegneria delle Acque e di Chimica del Politecnico di Bari che assieme all'Ente Provinciale ha ideato questo evento (di indubbio valore storico-culturale oltre a quello altrettanto prestigioso sul piano tecnico) ha usufruito per l'occasione anche di alcuni testi del Dott. Vito Antonio Melchiorre pubblicati da Adda Editore, dalla fotostampa Ficarelli e dallo studio Mastrorilli. Nel primo trentennio del '900 Bari fu sconvolta da tre alluvioni (1905, 1915, 1926) che richiesero un riassetto di un territorio con natura
carsica. Si decise dopo la terza delle alluvioni menzionate di recuperare il canalone "Lamasinata" ampliando di 34 metri il Picone. Bari fu afflitta da altre due crisi alluvionali nel 1954 (le acque inondarono il centro storico) e il 22-23 Ottobre 2005; quest'ultima provocò 6 vittime e la presenza dello stesso canalone evitò che su Bari si potesse abbattersi una catasfrofe dalle conseguenze immani. Uma mostra che ha
anche l'obiettivo di informare senza provocare alcuni allarmismi sulla fragilità geologica di Bari ma di rassicurare come anticipato da Filippo Melchiorre, Vice Presidente della Commissione Cultura al Comune di Bari che, presso l'Amministrazione Comunale, opera uno staff qualificato (composto anche da psicologi) pronto a garantire supporti di ogni genere in caso di calamità anche alluvionali.
Sino a Lunedì 28 Novembre nei giorni feriali dalle 9 alle 19 e la Domenica dalle 9 alle 13 saranno esposte le foto provenienti dalla collezione privata del prof. Carmelo Calò Carducci e i documenti concessi dall'Archivio di Stato in Bari. Il Dipartimento di Ingegneria delle Acque e di Chimica del Politecnico di Bari che assieme all'Ente Provinciale ha ideato questo evento (di indubbio valore storico-culturale oltre a quello altrettanto prestigioso sul piano tecnico) ha usufruito per l'occasione anche di alcuni testi del Dott. Vito Antonio Melchiorre pubblicati da Adda Editore, dalla fotostampa Ficarelli e dallo studio Mastrorilli. Nel primo trentennio del '900 Bari fu sconvolta da tre alluvioni (1905, 1915, 1926) che richiesero un riassetto di un territorio con natura
carsica. Si decise dopo la terza delle alluvioni menzionate di recuperare il canalone "Lamasinata" ampliando di 34 metri il Picone. Bari fu afflitta da altre due crisi alluvionali nel 1954 (le acque inondarono il centro storico) e il 22-23 Ottobre 2005; quest'ultima provocò 6 vittime e la presenza dello stesso canalone evitò che su Bari si potesse abbattersi una catasfrofe dalle conseguenze immani. Uma mostra che ha
anche l'obiettivo di informare senza provocare alcuni allarmismi sulla fragilità geologica di Bari ma di rassicurare come anticipato da Filippo Melchiorre, Vice Presidente della Commissione Cultura al Comune di Bari che, presso l'Amministrazione Comunale, opera uno staff qualificato (composto anche da psicologi) pronto a garantire supporti di ogni genere in caso di calamità anche alluvionali.