Bari: celebrata la cerimonia per l'anniversario della morte di Benedetto Petrone

BARI. "Per molti di noi Benedetto Petrone rappresenta il sentimento profondo dell'anima antifascista della Città di Bari". Con queste parole oggi il sindaco Michele Emiliano ha voluto ricordare l'assassinio di Benedetto Petrone nel giorno del 34° anniversario della morte del giovane per mano di una squadraccia fascista.
La Città di Bari ha voluto rendere omaggio al giovane ucciso nel 1977 attraverso una cerimonia commemorativa, promossa dall'amministrazione comunale in collaborazione con l'ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia) e il Comitato 28 novembre. Alla presenza di rappresentanti del Comune di Bari, della Provincia di Bari, della Regione Puglia, dell'ANPI, della Camera del Lavoro di Bari e del Comitato 28 novembre, è stata deposta una corona in via Benedetto Petrone, in corrispondenza della targa stradale nelle vicinanze di piazza Chiurlia, e presso la lapide commemorativa in piazza della Libertà, dove il 28 novembre del ‘77 il giovane militante della Federazione Giovanile Comunista fu accoltellato a morte da un gruppo di ragazzi aderenti al Fronte della Gioventù.
Successivamente, nella sala consiliare a Palazzo di Città, è stata proiettata una sintesi ragionata, a cura della regista Cecilia Mangini, del film documentario "All'armi, siam fascisti!", censurato negli anni 60 e pubblicato il mese scorso. All'incontro sono intervenuti il sindaco Michele Emiliano, l'assessore regionale al Diritto allo Studio e Formazione Alba Sasso, l'assessore provinciale all'Attuazione del Programma, Trasparenza e Legalità Vito Perrelli, la sorella di Benedetto e presidente del Comitato Civico 28 Novembre Porzia Petrone, il direttore dell'IPSAIC Vito Antonio Leuzzi, l'arch. Arturo Cucciolla e il prof. Pasquale Martino del direttivo ANPI.
"Il fascismo - ha dichiarato il sindaco Emiliano - è stato un grande fenomeno manipolatorio che si è servito delle terribili tragedie successive alla prima guerra mondiale per attecchire nel nostro Paese. Anche oggi, attraverso straordinarie capacità di cattivi maestri, vengono selezionati molti giovani che vivono in contesti quotidiani particolari. Proprio in una giornata come questa, nel ricordo di Benedetto Petrone, dobbiamo analizzare i fenomeni neofascisti sempre più mascherati perché ci sono incroci nella storia che facilmente possono ripetersi. I nuovi fascismi operano avendo a che fare indistintamente con le strutture industriali e con la normativa in materia di lavoro. Per questo la memoria di Benedetto deve servire come presidio del grande valore della democrazia e dell'antifascismo".

ALL'ARMI, SIAM FASCISTI!
Soggetto: Lino Del Fra, Cecilia Mangini, Lino Miccichè; sceneggiatura: Lino Del Fra, Giuseppe Ferrara, Cecilia Mangini, Lino Miccichè; testo: Franco Fortini; musica: Egisto Macchi; montaggio: Giorgio Urschitz; voce: Giancarlo Sbragia, Emilio, Cigoli, Nando Gazzolo; produzione: Universale Film; reperibilità: Cineteca Regionale Arci Emilia-Romagna, Museo Internazionale del Cinema e dello Spettacolo, Palatina Sigra, Associazione Culturale La Fenice; origine: Italia, 1961; durata: 112'.
È l'opera più organica e significativa realizzata sul fascismo, nell'ambito documentaristico. All'armi, siam fascisti è un lungometraggio che segnò una svolta nel panorama del cinema italiano sotto il profilo del film di analisi storica. Sia le immagini articolate dal montaggio che il commento di Franco Fortini sono finalizzati a un'analisi critica della presa di potere da parte del fascismo, del consolidamento del regime, della guerra, della residenza e degli anni del centrismo. Il fascismo è visto come veicolo dello sviluppo capitalistico, nelle forme della dittatura borghese durante il ventennio e poi, nell'Italia repubblicana come componente dello Stato, che alterna la repressione a una politica indirizzata al consumismo e a un boom economico squilibrato e precario. Avversato dalla burocrazia, oggetto di animate discussioni all'interno delle stesse forze della sinistra, il film rimane tutt'oggi un testo di grande interesse: anche perché vengono respinte tentazioni di obiettività per proporre allo spettatore una interpretazione della storia apertamente e dichiaratamente di tendenza.
da L'ultimo schermo, Bari, Dedalo

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