ROMA. Mentre si consumava lo strappo tra Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi, lui era in prima fila, ma dormiva. Eccolo l'uomo al quale il Pdl vorrebbe affidare il proprio rimpasto. Lamberto Dini, l'ultima change dei berlusconini che rischiano di cadere nel dimenticatoio nella sciagurata ipotesi che Berlusconi decida di uscire di scena sul serio.
Ma se Dini ha il pregio di ricompattare la Lega, dall'altra non e' la figura adatta a calmare i mercati. Uomo simbolo del trasformismo italiano: passato per liberal democratico, padre del Rinnovamento Italiano, transitato nella Margherita e approdato nella Casa delle Liberta'. Al centro delle cronache giudiziarie grazie a sua moglie. Il 3 dicembre 2007, la moglie di Dini, Donatella Pasquali Zingone, viene condannata dal Tribunale di Roma per il crac di 22 milioni di euro della società Sidema Srl, che faceva parte della holding Gruppo Zeta, a due anni e quattro mesi di reclusione (pena condonata per effetto dell'indulto) e all'interdizione dalla gestione di cariche societarie per dieci anni (pena sospesa). Inoltre i dubbi che si aggirano intorno alla figura di Dini riguardano proprio i piedellini puri. Il ravvedimento operoso della Lega non convince e Lamberto non e' l'uomo di garanzia che oltralpe si aspettano. Il problema e' che attualmente nel Pdl non si riesce a trovare un nome che possa competere con Monti in termini di reputazione, non tanto perche' non ce ne siano, ma perche' fino ad adesso sono stati abituati a pensare alla leadership di Berlusconi come "one man show" ed ora e' un'impresa disperata cavare il coniglio dal cilindro. Semmai, se alla fine anche il Pdl dovesse ricompattare i numeri la sensazione e' che non ci sia piu' una maggioranza politica (anche con quella numerica) e che il premier torni ad essere costretto ad ulteriori mesi di trattative continue e dispendiose. Ricattato dalla sua stessa maggioranza e da un manipolo di correnti sempre pronte allo sgambetto. In primis la Lega che ad ogni occasione promette di staccare la spina. Se anche ci fossero i numeri, mancherebbe ancora una volta la politica. sarebbe il remake di quello che e' successo negli ultimi 12 mesi... Con i mercati che guardano alla finestra.
Dini pero' condivide con Berlusconi non solo le primavere, ma anche quella strana consuetudine di addormentarsi nei momenti clou della politica italiana.
Ma se Dini ha il pregio di ricompattare la Lega, dall'altra non e' la figura adatta a calmare i mercati. Uomo simbolo del trasformismo italiano: passato per liberal democratico, padre del Rinnovamento Italiano, transitato nella Margherita e approdato nella Casa delle Liberta'. Al centro delle cronache giudiziarie grazie a sua moglie. Il 3 dicembre 2007, la moglie di Dini, Donatella Pasquali Zingone, viene condannata dal Tribunale di Roma per il crac di 22 milioni di euro della società Sidema Srl, che faceva parte della holding Gruppo Zeta, a due anni e quattro mesi di reclusione (pena condonata per effetto dell'indulto) e all'interdizione dalla gestione di cariche societarie per dieci anni (pena sospesa). Inoltre i dubbi che si aggirano intorno alla figura di Dini riguardano proprio i piedellini puri. Il ravvedimento operoso della Lega non convince e Lamberto non e' l'uomo di garanzia che oltralpe si aspettano. Il problema e' che attualmente nel Pdl non si riesce a trovare un nome che possa competere con Monti in termini di reputazione, non tanto perche' non ce ne siano, ma perche' fino ad adesso sono stati abituati a pensare alla leadership di Berlusconi come "one man show" ed ora e' un'impresa disperata cavare il coniglio dal cilindro. Semmai, se alla fine anche il Pdl dovesse ricompattare i numeri la sensazione e' che non ci sia piu' una maggioranza politica (anche con quella numerica) e che il premier torni ad essere costretto ad ulteriori mesi di trattative continue e dispendiose. Ricattato dalla sua stessa maggioranza e da un manipolo di correnti sempre pronte allo sgambetto. In primis la Lega che ad ogni occasione promette di staccare la spina. Se anche ci fossero i numeri, mancherebbe ancora una volta la politica. sarebbe il remake di quello che e' successo negli ultimi 12 mesi... Con i mercati che guardano alla finestra.
Dini pero' condivide con Berlusconi non solo le primavere, ma anche quella strana consuetudine di addormentarsi nei momenti clou della politica italiana.