BARI. La difesa del giornalista Valter Lavitola, dichiarato latitante, ha presentato ricorso al Tribunale del Riesame di Bari contro l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Sergio Di Paola. Nelle prossime ore verra' fissata la data dell'udienza. Lavitola a Bari e' accusato di aver indotto Gianpaolo Tarantini a mentire davanti ai pm baresi che indagavano sulla vicenda delle presunte escort portate dallo stesso Tarantini nelle residenze del premier Silvio Berlusconi.
Nel ricorso depositato gli avvocati del giornalista sostengono che sarebbe stato impossibile per Lavitola indurre Tarantini a mentire perche' all'epoca dei fatti, tra la fine del 2009 e la meta' del 2010, i due non si conoscevano nemmeno. Quindi, Lavitola non avrebbe potuto convincere l'imprenditore barese a raccontare il falso ai magistrati baresi.
Inoltre, sempre secondo la difesa, il reato di induzione alla falsa testimonianza si concretizzerebbe solamente quando il testimone-indagato non rivela all'autorita' giudiziaria aspetti penalmente rilevanti, mentre nel caso dell'inchiesta-escort, Tarantini avrebbe mentito per coprire il premier su questioni giuridicamente irrilevanti, considerando che comunque il presidente del Consiglio non sarebbe stato imputabile.
Nel ricorso depositato gli avvocati del giornalista sostengono che sarebbe stato impossibile per Lavitola indurre Tarantini a mentire perche' all'epoca dei fatti, tra la fine del 2009 e la meta' del 2010, i due non si conoscevano nemmeno. Quindi, Lavitola non avrebbe potuto convincere l'imprenditore barese a raccontare il falso ai magistrati baresi.
Inoltre, sempre secondo la difesa, il reato di induzione alla falsa testimonianza si concretizzerebbe solamente quando il testimone-indagato non rivela all'autorita' giudiziaria aspetti penalmente rilevanti, mentre nel caso dell'inchiesta-escort, Tarantini avrebbe mentito per coprire il premier su questioni giuridicamente irrilevanti, considerando che comunque il presidente del Consiglio non sarebbe stato imputabile.