BARI. E' terminata alle 14.30 circa, dopo poco piu' di un'ora di discussione, l'udienza davanti ai giudici del Riesame di Bari per discutere del ricorso presentato dai legali del giornalista latitante, Valter Lavitola. La difesa di quest'ultimo chiede la revoca dell'ordine di custodia cautelare in carcere irreperibile da oltre due mesi. La decisione dei giudici arrivera' quasi certamente lunedi'. Gli avvocati del giornalista hanno depositato una memoria difensiva del loro assistito di circa 15 pagine, nelle quali ricostruiscono le tappe della vicenda.
In particolare, la difesa sostiene che mai Lavitola avrebbe potuto fare pressioni su Gianpaolo Tarantini affinche' quest'ultimo mentisse davanti ai pm di Bari che indagavano sulle escort introdotte nelle residenze di Silvio Berlusconi.
Lavitola non avrebbe potuto indurre l'imprenditore barese a mentire perche' nel 2009 e fino ad agosto 2010 i due non si conoscevano, questa e' una delle tesi difensive. L'accusa, rappresentata in aula dal procuratore aggiunto, Pasquale Drago, ha invece chiesto la conferma della custodia cautelare in carcere.
In particolare, la difesa sostiene che mai Lavitola avrebbe potuto fare pressioni su Gianpaolo Tarantini affinche' quest'ultimo mentisse davanti ai pm di Bari che indagavano sulle escort introdotte nelle residenze di Silvio Berlusconi.
Lavitola non avrebbe potuto indurre l'imprenditore barese a mentire perche' nel 2009 e fino ad agosto 2010 i due non si conoscevano, questa e' una delle tesi difensive. L'accusa, rappresentata in aula dal procuratore aggiunto, Pasquale Drago, ha invece chiesto la conferma della custodia cautelare in carcere.