di Giuseppe Defeudis. La pellicola australiana confezionata da Fred Schepisi (“La casa Russia”, “Roxanne”) è uno dei film in concorso al Festival. La prima proiezione ha visto una notevole affluenza in sala di un pubblico inizialmente affascinato dalla caratura artistica dei protagonisti.
La storia si svolge in Australia. Un fratello ed una sorella, Geoffrey Rush (“Munich”, “Il discorso del re”, “Elizabeth: the Golden Age”) e Judy Davis (“Celebrity”, “Harry a pezzi”, “Potere assoluto”), si incontrano dopo tanti anni di lontananza al capezzale della loro mamma, Charlotte Rampling (“La duchessa”, “Basic Instinct 2”, “Non lasciarmi”). La restante parte della storia potrebbe essere dedotta già da queste piccole premesse. In realtà i minuti che hanno dato spazio al racconto sono serviti per conoscere, in una maniera ottimamente elaborata, i caratteri di ognuno dei personaggi protagonisti, in perfetto stile drammaturgico anglosassone. La madre: donna anziana, forte ed orgogliosa, ma travolta da un ricordo molto forte di un brutto episodio che le accadde nel suo passato e che le riserva, ancora, notevoli strascichi con la figlia. Il figlio: popolare attore teatrale che vive di fama e di lusso, utilizzando entrambi per coprire le sue incertezze ed i suoi vuoti sentimentali. La figlia: dopo aver mantenuto il titolo nobiliare dal suo recente divorzio con un conte francese, passa le giornate a cercare di mantenere una certa nobiltà esteriore e a contenere i danni derivati dai suoi insuccessi familiari e matrimoniali.
Ottimi i personaggi che gironzolano intorno ai protagonisti.
Una storia dai profondi sentimenti ma che resta, spesso, legata allo studio introspettivo dei personaggi fino alla fine. Stile, comunque, bello da vedere.
Voto 7
La storia si svolge in Australia. Un fratello ed una sorella, Geoffrey Rush (“Munich”, “Il discorso del re”, “Elizabeth: the Golden Age”) e Judy Davis (“Celebrity”, “Harry a pezzi”, “Potere assoluto”), si incontrano dopo tanti anni di lontananza al capezzale della loro mamma, Charlotte Rampling (“La duchessa”, “Basic Instinct 2”, “Non lasciarmi”). La restante parte della storia potrebbe essere dedotta già da queste piccole premesse. In realtà i minuti che hanno dato spazio al racconto sono serviti per conoscere, in una maniera ottimamente elaborata, i caratteri di ognuno dei personaggi protagonisti, in perfetto stile drammaturgico anglosassone. La madre: donna anziana, forte ed orgogliosa, ma travolta da un ricordo molto forte di un brutto episodio che le accadde nel suo passato e che le riserva, ancora, notevoli strascichi con la figlia. Il figlio: popolare attore teatrale che vive di fama e di lusso, utilizzando entrambi per coprire le sue incertezze ed i suoi vuoti sentimentali. La figlia: dopo aver mantenuto il titolo nobiliare dal suo recente divorzio con un conte francese, passa le giornate a cercare di mantenere una certa nobiltà esteriore e a contenere i danni derivati dai suoi insuccessi familiari e matrimoniali.
Ottimi i personaggi che gironzolano intorno ai protagonisti.
Una storia dai profondi sentimenti ma che resta, spesso, legata allo studio introspettivo dei personaggi fino alla fine. Stile, comunque, bello da vedere.
Voto 7