di Giuseppe Defeudis. Ore 23.00, forse un po’ tardi per una prima proiezione di un film, ma ci si siede lo stesso. Curiosità tanta. Il cast protagonista entra ed entra anche il suo regista, Roan Johnson (“4-4-2, il gioco più bello del mondo”), italianissimo, seppur nato a Londra. La sua opera parla di una storia vera del giugno 1970 quando in Italia, ed in questo caso a Pisa, si svolgono manifestazioni popolari di protesta che si esasperano con la violenza in molti casi. Tra i vari ragazzi che emergono in questa “lotta”, il musicista Claudio Santamaria (“Casino Royale”, “Romanzo Criminale”, “La stanza del figlio”) , è il più preoccupato ed ansioso di tutti. Giunto a conoscenza di due ragazzi che avevano voglia di fare musica con lui li istiga alla fuga immediata dall’imminente (fantomatico) golpe che da lì a poche ore sarebbe accaduto in Italia, con conseguenze devastanti (a sua detta) su loro giovani oppositori. I due ragazzi, Francesco Turbanti (“Acciaio”) e Paolo Cioni, convinti alla fuga, partono per mete di confine in cerca di asilo politico. Il loro viaggio in macchina, le loro paure e i loro incontri rocamboleschi faranno di questa storia una racconto spassosissimo.
Bravi e simpatici i tre protagonisti. Ottantacinque minuti di buon cinema.
Voto 7
Bravi e simpatici i tre protagonisti. Ottantacinque minuti di buon cinema.
Voto 7