BARI. Approvato a maggioranza dalla sesta Commissione del presidente Francesco Ognissanti, con l’astensione dell’opposizione, il ddl che modifica la legge 15 del 2002 in materia di accreditamento degli organismi formativi.
Una mini riforma del settore che interviene innanzi tutto sul tema dell’accreditamento. La legge nella sua stesura originale stabilisce che la realizzazione delle attività formative deve essere affidata ad enti pubblici e privati senza fine di lucro. Un requisito, anzi un vincolo, che era già stato ritenuto lesivo della libera concorrenza dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato.
Le altre Regioni hanno già legiferato in una direzione differente, adottando sistemi di accreditamento che consentono l’accesso ad organismi con diversa natura giuridica.
“La Regione Puglia – ha spiegato l’assessore alla formazione professionale, Alba Sasso – anche a seguito delle pressioni della Commissione europea, ha ritenuto opportuno modificare la norma, rendendo accessibile il sistema degli accreditamenti agli organismi formativi qualunque sia la loro natura giuridica, posto che l’assenza di fini di lucro non è rilevante ai fini della qualità della formazione erogata e non è garanzia di trasparenza della gestione dei fondi pubblici”.
Una scelta che, cosa non di poco conto, consentirà di poter conservare l’accesso al fondo sociale europeo.
In secondo luogo, l’iniziativa legislativa approvata dalla Commissione elimina la forzata applicazione del contratto collettivo della formazione professionale consentendo in questo modo di poter applicare ai lavoratori il contratto di lavoro della categoria di appartenenza.
Questa modifica secondo l’assessore Sasso non solo salvaguarda i diritti del personale degli enti di formazione in quanto impone di utilizzare comunque come parametro retributivo e normativo il contratto collettivo della formazione professionale ma tutela anche i collaboratori autonomi e occasionali della cui prestazione spesso si avvalgono gli enti di formazione.
Il consigliere Leonardo Di Gioia (Pdl), ha spiegato che il voto di astensione del suo schieramento è relativo all’apprezzamento per il lavoro svolto dalla Commissione e dal suo presidente, in attesa del dibattito in aula “dove immaginiamo di poter approfondire anche i temi della necessaria accelerazione sulle questioni relative agli enti storici, alla loro salvaguardia connessa ai risvolti occupazionali e alle criticità” – ha detto il consigliere del Pdl.
Il disegno di legge arriverà in aula nella prossima seduta di Consiglio prevista per il 23 novembre con le cinque firme.
Il presidente Ognissanti ha espresso la sua soddisfazione per l’obiettivo raggiunto. “Mi auguro – ha sottolineato – che si affronti la questione del lavoro e dei livelli retributivi per i formatori. Ho consapevolezza, perché conosco bene il settore, di quale sgomento possa affliggere intere famiglie, spesso senza stipendio per mesi e con la paura di perdere il lavoro. Penso che la Regione debba affrontare anche per questo settore, come è successo per altri, il tema della stabilizzazione. Dopo tanti anni dovrebbe essere ormai un diritto acquisito”.
Una mini riforma del settore che interviene innanzi tutto sul tema dell’accreditamento. La legge nella sua stesura originale stabilisce che la realizzazione delle attività formative deve essere affidata ad enti pubblici e privati senza fine di lucro. Un requisito, anzi un vincolo, che era già stato ritenuto lesivo della libera concorrenza dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato.
Le altre Regioni hanno già legiferato in una direzione differente, adottando sistemi di accreditamento che consentono l’accesso ad organismi con diversa natura giuridica.
“La Regione Puglia – ha spiegato l’assessore alla formazione professionale, Alba Sasso – anche a seguito delle pressioni della Commissione europea, ha ritenuto opportuno modificare la norma, rendendo accessibile il sistema degli accreditamenti agli organismi formativi qualunque sia la loro natura giuridica, posto che l’assenza di fini di lucro non è rilevante ai fini della qualità della formazione erogata e non è garanzia di trasparenza della gestione dei fondi pubblici”.
Una scelta che, cosa non di poco conto, consentirà di poter conservare l’accesso al fondo sociale europeo.
In secondo luogo, l’iniziativa legislativa approvata dalla Commissione elimina la forzata applicazione del contratto collettivo della formazione professionale consentendo in questo modo di poter applicare ai lavoratori il contratto di lavoro della categoria di appartenenza.
Questa modifica secondo l’assessore Sasso non solo salvaguarda i diritti del personale degli enti di formazione in quanto impone di utilizzare comunque come parametro retributivo e normativo il contratto collettivo della formazione professionale ma tutela anche i collaboratori autonomi e occasionali della cui prestazione spesso si avvalgono gli enti di formazione.
Il consigliere Leonardo Di Gioia (Pdl), ha spiegato che il voto di astensione del suo schieramento è relativo all’apprezzamento per il lavoro svolto dalla Commissione e dal suo presidente, in attesa del dibattito in aula “dove immaginiamo di poter approfondire anche i temi della necessaria accelerazione sulle questioni relative agli enti storici, alla loro salvaguardia connessa ai risvolti occupazionali e alle criticità” – ha detto il consigliere del Pdl.
Il disegno di legge arriverà in aula nella prossima seduta di Consiglio prevista per il 23 novembre con le cinque firme.
Il presidente Ognissanti ha espresso la sua soddisfazione per l’obiettivo raggiunto. “Mi auguro – ha sottolineato – che si affronti la questione del lavoro e dei livelli retributivi per i formatori. Ho consapevolezza, perché conosco bene il settore, di quale sgomento possa affliggere intere famiglie, spesso senza stipendio per mesi e con la paura di perdere il lavoro. Penso che la Regione debba affrontare anche per questo settore, come è successo per altri, il tema della stabilizzazione. Dopo tanti anni dovrebbe essere ormai un diritto acquisito”.
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