Governo: Berlusconi lascia per Monti

ROMA. Silvio Berlusconi avrebbe dato un sostanziale via libera a un governo guidato da Mario Monti - con cui si e' confrontato per circa due ore a pranzo - ma sono ancora molti i nodi da sciogliere. A cominciare dalla composizione del nuovo esecutivo, che si presume sia di natura prettamente tecnica. Una scelta che precluderebbe ad esempio un eventuale ingresso di Gianni Letta - secondo diverse fonti del Pdl ancora al centro di una trattativa piuttosto complessa, secondo altre ''assolutamente fuori'' dalla questione centrale. Ovvero, programma chiaro e definito, nel solco delle richieste dell'Ue e delle garanzie a sua volta fornite. Per capirci, il 'no' alla patrimoniale rimane assoluto.

A preoccupare Berlusconi, inoltre, e' il rapporto con la Lega Nord, che ha deciso di non sostenere la nascita di un nuovo esecutivo, restando dunque all'opposizione. Non a caso, appena arrivato alla Camera, dopo oltre due ore di incontro con Monti, il premier ha ricevuto nella sala del governo anche il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, e quello della Semplificazione, Roberto Calderoli, a cui avrebbe chiesto di rivedere la loro posizione. Richiesta che quasi certamente non potra' essere soddisfatta.

Ma c'e' dell'altro. A creare ulteriore fibrillazione e' la spaccatura evidente all'interno al Pdl. Un gruppo di trenta parlamentari, molti di ex Allenza nazionale, si e' riunito oggi pomeriggio per stilare un documento da presentare durante l'ufficio di presidenza del Pdl di stasera. Tre le richieste, secondo quanto si apprende: voto in primavera, dunque un governo a tempo; il nuovo esecutivo dovra' lavorare solo sui punti della lettera inviata dall'Italia all'Unione Europea e devono farne parte anche politici; deve essere esclusa dal programma la riforma della legge elettorale.

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