Governo Monti: al via le consultazioni. Pdl insiste su esecutivo pro tempore

ROMA. (GUARDA IL VIDEO - VIDEO 2) Palazzo Giustiniani, dove ha sede l'ufficio concesso a Mario Monti in qualita' di senatore a vita, diventa oggi l'epicentro delle consultazioni del presidente incaricato che inizieranno alle 10.
Si prevedono tempi brevi per il via libera al nuovo governo. Monti potrebbe sciogliere le riserve in serata, anche se ieri il presidente Giorgio Napolitano ci ha tenuto a precisare che per la formazione del nuovo governo non e' necessario stabilire alcun record. ''Le consultazioni che svolgero' saranno condotte con senso dell'urgenza ma con scrupolo. Tornero' dal presidente della Repubblica quando saro' in grado di sciogliere la riserva'', ha puntualizzato Monti.

L'itinerario ritenuto ideale per il varo del nuovo esecutivo, che potrebbe tuttavia slittare di ventiquatt'ore, resta quello di un voto di fiducia al nuovo esecutivo gia' martedi' al Senato e mercoledi' alla Camera. Dopo aver ricevuto l'incarico dal capo dello Stato, Monti in serata ha incontrato Renato Schifani e Gianfranco Fini, presidenti di Senato e Camera. Poi si e' recato a Palazzo Chigi per incontrare il presidente del Consiglio uscente Silvio Berlusconi.

Il presidente incaricato e l'ex premier si sono intrattenuti a cena, dopo che il giorno prima - sempre a Palazzo Chigi - avevano pranzato insieme, presenti anche il sottosegretario Gianni Letta e Angelino Alfano, segretario del Pdl. In quella occasione, secondo le indiscrezioni, Berlusconi avrebbe avanzato la richiesta che il nuovo governo non si occupi di legge elettorale e di leggi che intervengano sull'assetto del sistema televisivo.

Rispetto all'ottimismo di qualche giorno fa, il compito di Monti si presenta non in discesa. Il Pdl continua a porre alcuni paletti alla formazione del nuovo governo. Oltre a volerne circoscrivere l'attivita' ai contenuti della lettera di intenti sulle riforme economiche inviata da Berlusconi all'Unione europea, il Pdl sottolinea che il governo tecnico non puo' durare fino alla fine della legislatura nel 2013. Lo ha ripetuto Alfano, all'uscita dal suo colloquio di rito con il capo dello Stato: la durata del nuovo governo sara' legata al programma, i ministri devono essere tutti tecnici perche' occorre ''escludere chi ha fatto del proprio impegno pura militanza antigovernativa''.

Pier Luigi Bersani, segretario del Pd, dopo l'incontro con Napolitano, ha sottolineato invece la disponibilita' del suo partito ''a che in questa fase il Parlamento metta mano a urgenti riforme: quella della legge elettorale, della riduzione del numero dei parlamentari, dei regolamenti di Camera e Senato''. Un'agenda di lavoro che quindi va oltre l'emergenza economica che deve restare in ogni caso la priorita' del nuovo governo.

Dello stesso parere di Bersani e' Pier Ferdinando Casini, leader del Terzo polo, che intervistato da Fabio Fazio nella trasmissione ''Che tempo che fa'' dice: ''C'e' qualcuno cosi' matto da rovinare il tentativo di Monti?''. L'ex presidente della Camera sottolinea che ''il Terzo polo sosterra' il nuovo esecutivo fino alla fine della legislatura''. Quanto ai ministri, Casini fa una previsione: ''Non mi sembra ci saranno politici, credo piuttosto che ci saranno personalita' di rilievo e tecnici. Certo non sara' un governo neutro.

Monti sara' chiamato a creare i presupposti per un incontro tra le forze politiche''.

Antonio Di Pietro, Idv, si differenzia dalla posizione di Pd e Terzo polo: ''Il governo che si sta formando sia a tempo. Giudicheremo la squadra e il programma. Bisogna comunque tornare al piu' presto alle urne. Nell'emergenza attuale, pero', e' difficile avviare le procedure per votare''.

Sul tema controverso della durata del governo il presidente Napolitano, nel comunicare di aver dato l'incarico di formare il nuovo esecutivo a Monti, ha evidenziato che bisogna ''evitare un precipitoso ricorso a elezioni anticipate'' perche' l'Italia deve ricollocare sul mercato buoni del Tesoro per quasi 200 miliardi di euro. Su questa esigenza, ha concluso il capo dello Stato, ''dovrebbero concordare tutte le forze politiche e sociali''.

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