BARI. (GUARDA IL TG) Un nuovo ministro, a sorpresa, Filippo Patroni Griffi, a cui assegnare le deleghe alla Pubblica amministrazione e alla Semplificazione. E due sottosegretari non tecnici, Giampaolo D'Andrea (Pd) e Gianluigi Magri (Udc), entrambi ex parlamentari e gia' nominati nello stesso ruolo da Romano Prodi e Silvio Berlusconi. Sono queste due delle principali novità emerse dalla lista con cui il Cdm, ieri sera, ha dato il via libera al completamento della squadra di governo - 47 in totale, compreso il premier Mario Monti -, grazie all'ingresso di 28 sottosegretari (Vittorio Grilli, Mario Ciaccia e Michel Martone saranno rispettivamente viceministri all'Economia, allo Sviluppo e al Welfare) e alla decisione di indicare il successore di Renato Brunetta. Esecutivo dunque operativo nel suo complesso, chiamato sin dalle prossime ore (stamattina e' in programma il giuramento per le new entry) a rapportarsi con le Camere, a lungo in stand-by nelle ultime settimane, a cominciare dalle varie commissioni parlamentari.
Nel frattempo, oltre ai futuri distinguo sulle scelte di natura economica, Monti deve gestire le prime polemiche politiche, sorte in casa Pdl, per via della nomina dei sottosegretari D'Andrea e Magri - il primo ai Rapporti con il Parlamento e il secondo alla Difesa - che poco o nulla avrebbero del profilo tecnico che dovrebbero caratterizzarli.
Una necessita', quella di evitare ingressi di politici, a piu' riprese evidenziata dal partito guidato da Angelino Alfano, rilanciata ieri per primo da Maurizio Gasparri: ''L'ostinazione con cui lui stesso o chi per lui ha voluto l'inserimento nel Governo dell'onorevole D'Andrea non giova alla reputazione dell'esecutivo. Avevamo chiesto che non ci fossero esponenti di diretta emanazione politica e D'Andrea lo e'''. Il presidente dei senatori Pdl si attende adesso ''da lui e dal Governo, un gesto di coerenza, proprio per semplificare i rapporti con il Parlamento. Non c'e' nessuna valutazione negativa su una persona che conosco e rispetto, ma sono meravigliato perche' si e' violato un principio a cui tutti ci eravamo pubblicamente richiamati. Meglio cancellare subito questo equivoco''. A esprimere il loro malcontento, nero su bianco, sono anche 6 parlamentari del Pdl (Viceconte, Latronico, Mazzaracchio, Di Giacomo, Moles,Taddei), che avvertono: ''Nulla di personale verso D'Andrea, ma la decisione di nominare un politico come lui in un Esecutivo tecnico tradisce la ragione costitutiva del governo.
Chiediamo coerenza e non vorremmo essere costretti a negargli l'appoggio''. Non arriva a tanto Ignazio La Russa, uno dei coordinatori del partito, secondo cui pero' ''qualche nome fuori dal cesto e' uscito, perche' si era detto solo tecnici''.
In ogni caso, ''complessivamente, non sara' un sottosegretario in piu' o in meno a cambiare le sorti e la natura di questo governo. Saremo noi, invece, a capire che cosa succedera' nei prossimi mesi''.
Fortemente critico e' pure Guido Crosetto, deputato Pdl ed ex sottosegretario alla Difesa: ''Come sempre quando si prende un impegno, qualcuno fa il furbo. E come sempre i piu' esposti verso la battaglia contro i politici a favore dei tecnici sono stati i primi a smentirsi. D'Andrea e Magri, due degnissime persone, uno del Pd ed uno dell'Udc, sono per storia, per curriculum, per ruoli coperti, non piu' tecnici di Bersani e Casini o La Russa e Frattini''. Detto questo, ''se essere stato al governo o in Parlamento e' diventato marchio di infamia, dovrebbe esserlo per tutti. Poiche' io penso invece che l'infamia dovrebbe derivare da cio' che una persona ha fatto e non dai ruoli che ha ricoperto, e poiche' penso che molti politici non abbiano nulla da invidiare ai tecnici, sono tutto sommato contento che Casini e Bersani si siano contraddetti cosi' palesemente. Perche' tutto sommato questi due vecchi politici sono molto meglio di alcuni nuovi tecnici che fino a ieri hanno distrutto il Paese in altri ruoli ed ora dovrebbero rimetterlo in carreggiata''.
A esprimere apprezzamento pieno per le nuove nomine e' invece il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, secondo cui ''molti di loro sono personalita' di grande profilo e esperienza'' e ''abbiamo nell'insieme un governo in grado di lavorare e lavorare bene''.
In attesa di svelare le sue carte (lunedi' 5 dicembre e' stata gia' annunciata la convocazione di un Consiglio dei ministri per approvare la prima tranche delle nuove misure anticrisi), Monti tornera' oggi a Bruxelles. Il primo appuntamento del presidente del Consiglio e ministro dell'Economia e' alle 16, per un bilaterale con il presidente dell'Eurogruppo, Jean Claude Juncker. Verso le 16,40 avra' un faccia a faccia con il ministro delle finanze francesi, Francois Baroin, e alle 17 partecipera' all'Eurogruppo.
Nel frattempo, oltre ai futuri distinguo sulle scelte di natura economica, Monti deve gestire le prime polemiche politiche, sorte in casa Pdl, per via della nomina dei sottosegretari D'Andrea e Magri - il primo ai Rapporti con il Parlamento e il secondo alla Difesa - che poco o nulla avrebbero del profilo tecnico che dovrebbero caratterizzarli.
Una necessita', quella di evitare ingressi di politici, a piu' riprese evidenziata dal partito guidato da Angelino Alfano, rilanciata ieri per primo da Maurizio Gasparri: ''L'ostinazione con cui lui stesso o chi per lui ha voluto l'inserimento nel Governo dell'onorevole D'Andrea non giova alla reputazione dell'esecutivo. Avevamo chiesto che non ci fossero esponenti di diretta emanazione politica e D'Andrea lo e'''. Il presidente dei senatori Pdl si attende adesso ''da lui e dal Governo, un gesto di coerenza, proprio per semplificare i rapporti con il Parlamento. Non c'e' nessuna valutazione negativa su una persona che conosco e rispetto, ma sono meravigliato perche' si e' violato un principio a cui tutti ci eravamo pubblicamente richiamati. Meglio cancellare subito questo equivoco''. A esprimere il loro malcontento, nero su bianco, sono anche 6 parlamentari del Pdl (Viceconte, Latronico, Mazzaracchio, Di Giacomo, Moles,Taddei), che avvertono: ''Nulla di personale verso D'Andrea, ma la decisione di nominare un politico come lui in un Esecutivo tecnico tradisce la ragione costitutiva del governo.
Chiediamo coerenza e non vorremmo essere costretti a negargli l'appoggio''. Non arriva a tanto Ignazio La Russa, uno dei coordinatori del partito, secondo cui pero' ''qualche nome fuori dal cesto e' uscito, perche' si era detto solo tecnici''.
In ogni caso, ''complessivamente, non sara' un sottosegretario in piu' o in meno a cambiare le sorti e la natura di questo governo. Saremo noi, invece, a capire che cosa succedera' nei prossimi mesi''.
Fortemente critico e' pure Guido Crosetto, deputato Pdl ed ex sottosegretario alla Difesa: ''Come sempre quando si prende un impegno, qualcuno fa il furbo. E come sempre i piu' esposti verso la battaglia contro i politici a favore dei tecnici sono stati i primi a smentirsi. D'Andrea e Magri, due degnissime persone, uno del Pd ed uno dell'Udc, sono per storia, per curriculum, per ruoli coperti, non piu' tecnici di Bersani e Casini o La Russa e Frattini''. Detto questo, ''se essere stato al governo o in Parlamento e' diventato marchio di infamia, dovrebbe esserlo per tutti. Poiche' io penso invece che l'infamia dovrebbe derivare da cio' che una persona ha fatto e non dai ruoli che ha ricoperto, e poiche' penso che molti politici non abbiano nulla da invidiare ai tecnici, sono tutto sommato contento che Casini e Bersani si siano contraddetti cosi' palesemente. Perche' tutto sommato questi due vecchi politici sono molto meglio di alcuni nuovi tecnici che fino a ieri hanno distrutto il Paese in altri ruoli ed ora dovrebbero rimetterlo in carreggiata''.
A esprimere apprezzamento pieno per le nuove nomine e' invece il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, secondo cui ''molti di loro sono personalita' di grande profilo e esperienza'' e ''abbiamo nell'insieme un governo in grado di lavorare e lavorare bene''.
In attesa di svelare le sue carte (lunedi' 5 dicembre e' stata gia' annunciata la convocazione di un Consiglio dei ministri per approvare la prima tranche delle nuove misure anticrisi), Monti tornera' oggi a Bruxelles. Il primo appuntamento del presidente del Consiglio e ministro dell'Economia e' alle 16, per un bilaterale con il presidente dell'Eurogruppo, Jean Claude Juncker. Verso le 16,40 avra' un faccia a faccia con il ministro delle finanze francesi, Francois Baroin, e alle 17 partecipera' all'Eurogruppo.