BARI. «Non si comprende il motivo per cui la giunta stia tardando a imboccare la via che da oltre un mese abbiamo indicato per la soluzione della vertenza in corso con il personale sanitario che era stato assunto con contratto a tempo indeterminato e poi si è visto licenziato a seguito della incostituzionalità della legge sulle stabilizzazioni». Lo afferma il coordinatore regionale della Puglia prima di tutto, Salvatore Greco.
«Prima con provvedimenti urgenti ex articolo 700, ora con sentenze – spiega Greco – i giudici del lavoro dei Tribunali di tutta la Puglia stanno dichiarando la illegittimità delle delibere con cui le Asl hanno licenziato i medici stabilizzati. Il principio espresso dai magistrati è chiaro: una volta firmato il contratto, il rapporto di lavoro si è strutturato, per cui la sopravvenuta dichiarazione di incostituzionalità della legge che aveva dato il via alla procedura di selezioni per l'ingresso nei ruoli non incide sui contratti sottoscritti». «La Regione – prosegue il consigliere regionale – viene puntualmente obbligata al reintegro in servizio oltre che al pagamento di un risarcimento per il danno causato ai lavoratori ingiustamente mandati a casa. Buon senso vorrebbe che si valutasse ad horas la opportunità di un atto di indirizzo che motivi le ragioni di una indispensabile autotutela come presupposto per l'annullamento delle delibere di licenziamento».
«Del resto non ha senso – conclude Greco – licenziare chi era stato stabilizzato e bandire poi un avviso pubblico per ogni posto lasciato scoperto dai licenziati, come stanno facendo le Asl in queste settimane: è un modo illogico di procedere, e anzi dannoso, visto che tirate le somme l'intera procedura avrà comportato un aggravio di spesa, esattamente il contrario di quanto richiesto dal Piano di rientro».
«Prima con provvedimenti urgenti ex articolo 700, ora con sentenze – spiega Greco – i giudici del lavoro dei Tribunali di tutta la Puglia stanno dichiarando la illegittimità delle delibere con cui le Asl hanno licenziato i medici stabilizzati. Il principio espresso dai magistrati è chiaro: una volta firmato il contratto, il rapporto di lavoro si è strutturato, per cui la sopravvenuta dichiarazione di incostituzionalità della legge che aveva dato il via alla procedura di selezioni per l'ingresso nei ruoli non incide sui contratti sottoscritti». «La Regione – prosegue il consigliere regionale – viene puntualmente obbligata al reintegro in servizio oltre che al pagamento di un risarcimento per il danno causato ai lavoratori ingiustamente mandati a casa. Buon senso vorrebbe che si valutasse ad horas la opportunità di un atto di indirizzo che motivi le ragioni di una indispensabile autotutela come presupposto per l'annullamento delle delibere di licenziamento».
«Del resto non ha senso – conclude Greco – licenziare chi era stato stabilizzato e bandire poi un avviso pubblico per ogni posto lasciato scoperto dai licenziati, come stanno facendo le Asl in queste settimane: è un modo illogico di procedere, e anzi dannoso, visto che tirate le somme l'intera procedura avrà comportato un aggravio di spesa, esattamente il contrario di quanto richiesto dal Piano di rientro».
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