L'Ue smentisce il Governo: Italia? Crescita zero nel 2012

ROMA. La Commissione Ue ha tagliato la stima sulla crescita economica dell'Eurozona. Nel 2011 la nuova stima passa da +1,6% a +1,5%, per il 2012 da +1,8% a +0,5%, nel 2013 +1,4%.

La Commissione, nel presentare le sue previsioni d'autunno, spiega che l'area euro sta fronteggiando un ''rischio di stagnazione, non di recessione'', viene quindi escluso un ''double dip'' (doppia recessione).

L'Italia risulta la maglia nera della crescita tra i grandi paesi dell'Eurozona: nel 2011 il Pil dovrebbe crescere dello 0,5%, nel 2012 praticamente crescita zero con uno striminzito +0,1%.

Per la Germania +2,9% quest'anno e +0,8% nel prossimo. Per la Francia +1,6% quest'anno e +0,6% nel prossimo. Per la Spagna +0,7% quest'anno e nel prossimo.

Tra i paesi sotto salvataggio: Portogallo -1,1% nel 2011, -3% nel 2012, Irlanda +1,1% quest'anno e il prossimo, per la Grecia -5,5% nel 2011 e -2,8% nel 2012.

REHN, LETTERA DEL GOVERNO TACE SU ALCUNI PUNTI CHIAVE - La lettera d'intenti del governo italiano per favorire lo sviluppo e la riduzione del debito ''ha molte lacune, non vengono specificate a sufficienza le misure da adottare, c'e' dunque un rischio di attuazione, per questo ho inviato al governo italiano una questionario per avere delle risposte'', cosi' Olli Rehn, commissario europeo agli affari economici e monetari.

''Per esempio la lettera tace su alcuni punti chiave come lo spostamento del carico fiscale dal lavoro e dalle imprese ai consumi e ai beni immobili. Tace sulle misure per favorire la concorrenza, cosi' come sulle pensioni di anzianita'', ha continuato Rehn, che ha detto invece di apprezzare i passi avanti che si stanno cercando di fare sulle procedeure per i licenzimenti e la mobilia' dei conti pubblici.

''L'Italia per riprendere a crescere ha bisogno di un programma di ampie riforme'', ha sottolineato il Commissario europeo.

L'aumento dei tassi di interesse sul debito pubblico italiano, quelli a lungo termine sono saliti dal 4,86% al 7,30% in undici mesi, impatteranno sulle prospettive di crescita dell'economia italiana. ''Secondo i nostri calcoli, un aumento dell'1% dei tassi sul debito pubblico italiano sottrarra' al Pil l'1% di crescita nell'arco di tre anni'', ha spiegato Rehn.

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