ROMA. Secondo i dati resi noti oggi dall'Istat, a ottobre i prezzi dei prodotti a Iva ordinaria, passata dal 20 al 21% per effetto della manovra, sono saliti nel complesso dell'1% su base mensile, mentre per gli altri beni la crescita è stata dello 0,1%, ovvero quasi nulla. Si conferma, quindi, quanto denunciato fin dall'inizio dal Codacons, ossia che l'aumento dell'Iva avrebbe determinato una speculazione sui prezzi nonostante il calo della domanda. Considerato che i prodotti che hanno avuto l'aumento dell'Iva avrebbero dovuto matematicamente salire dello 0,83333%, è evidente che se sono saliti dell'1% è perché il prezzo è stato arrotondato, come preannunciato dall'associazione fin dal mese di agosto. Se a questo si aggiunge che molte grandi catene, per via della crisi e per farsi pubblicità, hanno deciso di sterilizzare l'aumento dell'Iva fino alla fine dell'anno, e che, secondo la stessa Istat, il trasferimento sui prezzi finali dell’incremento dell’aliquota Iva ha coinvolto finora solo un quinto delle quotazioni di prezzo osservate, ecco che la stima di agosto del Codacons, secondo la quale vi sarebbe stato un impatto sui prezzi dei beni interessati dall'aumento dell'Iva pari, a regime, all'1,38% e un effetto sull'inflazione pari allo 0,64%, risulta persino ottimistica. Ecco perché se il Governo Monti decidesse ai aumentare nuovamente l'Iva significherebbe dare il colpo di grazia ad un terzo delle famiglie italiane.
Se, ad esempio, l'Iva aumentasse dal 21 al 23% si tratterebbe di una stangata che per la famiglia media Istat da 2,5 componenti sarebbe pari, su base annua, a 352 euro, limitandosi a calcolare il solo effetto diretto, senza cioè arrotondamenti dei prezzi. Per una famiglia di 3 persone sarebbe una tassa da 418 euro, sempre senza arrotondamenti. Se invece considerassimo l'arrotondamento dei prezzi, l'impatto sarebbe ancora più devastante e l'inflazione salirebbe, a regime, dell'1,03%, dato da sommare al rialzo già rilevato in ottobre. Insomma, se Monti vuole ripetere gli stessi errori di Berlusconi non si capisce perché abbia preso il suo posto, visto che il Governo precedente ci ha portati sull'orlo del default. Per queste ragioni il Codacons chiede la patrimoniale, indispensabile per una seria lotta all'evasione, dato che consente di andare ad intercettare la ricchezza laddove si manifesta: auto di lusso, terreni, seconde case, yacht…. Inoltre chiede che sia ripristinato il contributo di solidarietà previsto nella prima bozza della manovra di agosto che avrebbe dato un gettito pari a 1,5 miliardi all'anno
Se, ad esempio, l'Iva aumentasse dal 21 al 23% si tratterebbe di una stangata che per la famiglia media Istat da 2,5 componenti sarebbe pari, su base annua, a 352 euro, limitandosi a calcolare il solo effetto diretto, senza cioè arrotondamenti dei prezzi. Per una famiglia di 3 persone sarebbe una tassa da 418 euro, sempre senza arrotondamenti. Se invece considerassimo l'arrotondamento dei prezzi, l'impatto sarebbe ancora più devastante e l'inflazione salirebbe, a regime, dell'1,03%, dato da sommare al rialzo già rilevato in ottobre. Insomma, se Monti vuole ripetere gli stessi errori di Berlusconi non si capisce perché abbia preso il suo posto, visto che il Governo precedente ci ha portati sull'orlo del default. Per queste ragioni il Codacons chiede la patrimoniale, indispensabile per una seria lotta all'evasione, dato che consente di andare ad intercettare la ricchezza laddove si manifesta: auto di lusso, terreni, seconde case, yacht…. Inoltre chiede che sia ripristinato il contributo di solidarietà previsto nella prima bozza della manovra di agosto che avrebbe dato un gettito pari a 1,5 miliardi all'anno
Tags
Economia