ROMA. "Delicatissima e cruciale", cosi' Giorgio Napolitano fotografa la crisi di governo, nella prima giornata di consultazioni a Palazzo Giustiniani di Mario Monti. Supermario ha cominciato oggi le consultazioni con le forze politiche per verificare la possibilità di formare un nuovo governo.
Le dichiarazioni dei gruppi parlamentari ruotano intorno ai sacrifici che verosimilmente il nuovo governo dovra' mettere in cantiere, allo spirito di equita' che il presidente incaricato espone come stella polare e, soprattutto, alla questione della formula dell'esecutivo.
Nodo tutt'altro che secondario e non ancora sciolto. Il senatore a vita non avrebbe rinunciato, spiega chi lo ha incontrato, a politici nel suo esecutivo ma sono i partiti, spiegano sempre i 'consultati', a non gradire innesti in un esecutivo che vogliono tecnico. "Sull'ingresso dei politici nel governo c'e' discussione in corso", conferma Arturo Iannaccone mentre Francesco Nucara annota che Monti "vorrebbe politici al governo, ma i partiti non vogliono saperne di impegnarsi in un programma lacrime e sangue". Anche il socialista Riccardo Nencini spiega che "Monti non ritiene finita la partita" sui ministri politici.
Mentre il giro delle consultazioni arriva al giro di boa, e' Gianfranco Fini a descrivere un senatore a vita determinato a fare presto e a rilevare che "Monti ha ben chiaro che occorre affrontare con le parti politiche i nodi non solo della composizione del governo, che mi sembrano i piu' facili, ma anche quelli programmatici". Ad ogni modo, la previsione del presidente della Camera e' che "entro venerdi' il governo avra' la fiducia di entrambi i rami del Parlamento".
Fini non pone limiti alla durata del nuovo esecutivo: "La polemica sulla durata del governo e' secondo me un po' speciosa. Se il governo parte con iniziative che incontrano il favore dei mercati e della pubblica opinione e e' evidente che nessuno si prende poi responsabilita' di dirgli 'sai che c'e' di nuovo, adesso andiamo a votare'". E del resto e' lo stesso presidente incaricato, dice chi lo ha incontrato a Palazzo Giustiniani, a darsi un traguardo temporale che va alla scadenza naturale della legislatura, cioe' al 2013.
Enrico Letta sollecita tutte le forze politiche a collaborare allo sforzo di Mario Monti: "Le forze politiche devono aiutare questo sforzo. Noi del Pd ci metteremo un sovrappiu' di unita' e impegno". Dal Pdl arriva un no a un appoggio al buio insieme alla garanzia di un atteggiamento "costruttivo" in cambio di un "confronto su programma e struttura" del nuovo esecutivo.
Umberto Bossi invece resta a Milano. Dalla Lega solo contatti telefonici, per Mario Monti, e una decisione eloquente con il timbo della segreteria lumbard: la ratifica del no anticipato da Bossi e la riapertura del Parlamento della Padania. Appuntamento al 4 dicembre.
Le dichiarazioni dei gruppi parlamentari ruotano intorno ai sacrifici che verosimilmente il nuovo governo dovra' mettere in cantiere, allo spirito di equita' che il presidente incaricato espone come stella polare e, soprattutto, alla questione della formula dell'esecutivo.
Nodo tutt'altro che secondario e non ancora sciolto. Il senatore a vita non avrebbe rinunciato, spiega chi lo ha incontrato, a politici nel suo esecutivo ma sono i partiti, spiegano sempre i 'consultati', a non gradire innesti in un esecutivo che vogliono tecnico. "Sull'ingresso dei politici nel governo c'e' discussione in corso", conferma Arturo Iannaccone mentre Francesco Nucara annota che Monti "vorrebbe politici al governo, ma i partiti non vogliono saperne di impegnarsi in un programma lacrime e sangue". Anche il socialista Riccardo Nencini spiega che "Monti non ritiene finita la partita" sui ministri politici.
Mentre il giro delle consultazioni arriva al giro di boa, e' Gianfranco Fini a descrivere un senatore a vita determinato a fare presto e a rilevare che "Monti ha ben chiaro che occorre affrontare con le parti politiche i nodi non solo della composizione del governo, che mi sembrano i piu' facili, ma anche quelli programmatici". Ad ogni modo, la previsione del presidente della Camera e' che "entro venerdi' il governo avra' la fiducia di entrambi i rami del Parlamento".
Fini non pone limiti alla durata del nuovo esecutivo: "La polemica sulla durata del governo e' secondo me un po' speciosa. Se il governo parte con iniziative che incontrano il favore dei mercati e della pubblica opinione e e' evidente che nessuno si prende poi responsabilita' di dirgli 'sai che c'e' di nuovo, adesso andiamo a votare'". E del resto e' lo stesso presidente incaricato, dice chi lo ha incontrato a Palazzo Giustiniani, a darsi un traguardo temporale che va alla scadenza naturale della legislatura, cioe' al 2013.
Enrico Letta sollecita tutte le forze politiche a collaborare allo sforzo di Mario Monti: "Le forze politiche devono aiutare questo sforzo. Noi del Pd ci metteremo un sovrappiu' di unita' e impegno". Dal Pdl arriva un no a un appoggio al buio insieme alla garanzia di un atteggiamento "costruttivo" in cambio di un "confronto su programma e struttura" del nuovo esecutivo.
Umberto Bossi invece resta a Milano. Dalla Lega solo contatti telefonici, per Mario Monti, e una decisione eloquente con il timbo della segreteria lumbard: la ratifica del no anticipato da Bossi e la riapertura del Parlamento della Padania. Appuntamento al 4 dicembre.
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