BARI. "L’Adriatico non si tingerà di nero per pochi barili di petrolio scadente”. Il presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio Introna, ha chiesto un incontro al ministro dell’Ambiente Corrado Clini, per esporre “le preoccupazioni dell’intero sistema regionale per le ricerche al largo delle coste del Sud Barese e del Salento”.
“L’esperienza di anni di autorevole attività nel Dicastero consentono al ministro Clini di conoscere a fondo i problemi oggetto della mia nota”, fa presente Introna. Le indagini sismiche già in corso, sulla base di autorizzazioni pregresse, lasciano intravedere un futuro di anni di sfruttamento del sottosuolo marino e di rischi per l’ambiente, la costruzione di orribili piattaforme emerse e di strutture di appoggio a riva. Metallo in mare, tubi e cemento sulla costa e tutto con vantaggi solo per le società private, visto che gli idrocarburi sono pessimi e i proventi sono tutti a vantaggio delle multinazionali”.
“Non si capisce, o meglio, si capisce molto bene, perché nei loro Paesi i ricavi per lo Stato siano tanto alti mentre da noi siano ridotti a semplici mance”. La royalty, il corrispettivo che le ditte pagano in Italia sul petrolio prelevato, è del 4% in mare (del 10% sulla terraferma), mentre in Norvegia arriva all’80%. Il greggio, come la massima parte di quello italiano è amaro e pesante, tra i peggiori, perché meno adatto a raffinare benzine e derivati e pieno di zolfo e fanghi inquinanti da depurare (quello migliore è leggero e dolce). L’intera operazione, peraltro, con decenni di esercizio delle torri davanti alle coste pugliesi, garantirebbe tutt’al più un mese di autonomia energica al Paese.
Rinnovando la richiesta di una moratoria delle autorizzazioni in essere e nell’invitare il ministro ad “individuare la data utile per un incontro su un problema che la Regione considera di stringente attualità ”, il presidente Introna ha ricordato l’iniziativa del Consiglio regionale pugliese, che il 19 luglio, “facendosi interprete dell’intera Comunità , ha approvato all’unanimità una proposta di legge alle Camere, che chiede al Parlamento di vietare la prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi nelle acque dell’Adriatico”. Com’è noto, è stata trasmessa a tutte le Regioni adriatiche per l’adozione di un’analoga iniziativa ed ha meritato l’attenzione del commissario europeo per l’ambiente.
La Puglia, insiste il presidente Introna, “difenderà la sua vocazione alla tutela di un mare che da sempre è fonte di vita per una importante marineria da pesca, per tantissime famiglie, per le comunità dei comuni costieri, per un’industria turistica in straordinario decollo, che vive della balneabilità , della limpidezza delle acque e di un paesaggio incontaminato. E lo farà scendendo in piazza sabato 21 gennaio 2012, a difesa del proprio modello di sviluppo nella grande e festosa manifestazione che riempirà Monopoli”.
Organizzata dal comitato “No Petrolio, Sì Energie Rinnovabili”, insieme alla rete regionale delle associazioni ambientaliste, chiama all’impegno contro ogni attacco al territorio tutti i cittadini pugliesi, le istituzioni, le forze politiche, le associazioni, i sindacati, le imprese, e per ribadire il NO alle trivellazioni petrolifere, come a qualsiasi autorizzazione, e il SI’ ad una legge nazionale che vieti ogni ulteriore impianto di estrazione petrolifera, SI’ a un accordo transfrontaliero che impedisca l’installazione di piattaforme offshore in tutto il Mare Adriatico.
CONFERENZA PRESIDENTI APPROVA ODG UNITARIO - Tutti i Consigli regionali d’Italia sostengono la Puglia nel “No” alle prospezioni in Adriatico e in tutto il Mediterraneo europeo. “Lo ‘stop’ alle ricerche petrolifere off shore e la tutela del mare diventano forte posizione comune delle Assemblee legislative, che chiedono a loro volta un incontro al presidente Monti e al ministro Clini”. Lo rende noto il presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio Introna, “con soddisfazione, per aver raccolto il consenso di tutti i colleghi ma anche per aver tenuto fede ad un impegno nei confronti dei pugliesi e ad uno degli obiettivi della manifestazione di Monopoli del 21 gennaio 2012”.
L’Assemblea plenaria della Conferenza dei presidenti dei Consigli delle Regioni e Province autonome, riunita a L’Aquila, ha approvato all’unanimità , su proposta di Introna, un ordine del giorno che invita il presidente del Consiglio dei ministri e il ministro dell’Ambiente – ai quali si chiede un incontro con una delegazione dei presidenti di Regioni e Consigli - “a voler sospendere ogni procedimento autorizzativo per indagini petrolifere in mare e adottare una moratoria di ogni iniziativa di ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi nell’Adriatico e nelle acque al largo di tutte le coste europee”.
Il documento condivide anche l’iniziativa, sempre avanzata da Introna, di una Conferenza delle Regioni adriatiche e del Mediterraneo europeo, da tenersi a Trieste entro il febbraio 2012. Argomento: la conservazione dell’ambiente marino.
“La Puglia non è sola in una battaglia di civiltà la difesa del lavoro e della vita in mare e sulla costa, per la salute dell’ambiente e della gente, per il futuro di donne e uomini, pugliesi, italiani, europei”, il commento del presidente Introna.
“L’esperienza di anni di autorevole attività nel Dicastero consentono al ministro Clini di conoscere a fondo i problemi oggetto della mia nota”, fa presente Introna. Le indagini sismiche già in corso, sulla base di autorizzazioni pregresse, lasciano intravedere un futuro di anni di sfruttamento del sottosuolo marino e di rischi per l’ambiente, la costruzione di orribili piattaforme emerse e di strutture di appoggio a riva. Metallo in mare, tubi e cemento sulla costa e tutto con vantaggi solo per le società private, visto che gli idrocarburi sono pessimi e i proventi sono tutti a vantaggio delle multinazionali”.
“Non si capisce, o meglio, si capisce molto bene, perché nei loro Paesi i ricavi per lo Stato siano tanto alti mentre da noi siano ridotti a semplici mance”. La royalty, il corrispettivo che le ditte pagano in Italia sul petrolio prelevato, è del 4% in mare (del 10% sulla terraferma), mentre in Norvegia arriva all’80%. Il greggio, come la massima parte di quello italiano è amaro e pesante, tra i peggiori, perché meno adatto a raffinare benzine e derivati e pieno di zolfo e fanghi inquinanti da depurare (quello migliore è leggero e dolce). L’intera operazione, peraltro, con decenni di esercizio delle torri davanti alle coste pugliesi, garantirebbe tutt’al più un mese di autonomia energica al Paese.
Rinnovando la richiesta di una moratoria delle autorizzazioni in essere e nell’invitare il ministro ad “individuare la data utile per un incontro su un problema che la Regione considera di stringente attualità ”, il presidente Introna ha ricordato l’iniziativa del Consiglio regionale pugliese, che il 19 luglio, “facendosi interprete dell’intera Comunità , ha approvato all’unanimità una proposta di legge alle Camere, che chiede al Parlamento di vietare la prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi nelle acque dell’Adriatico”. Com’è noto, è stata trasmessa a tutte le Regioni adriatiche per l’adozione di un’analoga iniziativa ed ha meritato l’attenzione del commissario europeo per l’ambiente.
La Puglia, insiste il presidente Introna, “difenderà la sua vocazione alla tutela di un mare che da sempre è fonte di vita per una importante marineria da pesca, per tantissime famiglie, per le comunità dei comuni costieri, per un’industria turistica in straordinario decollo, che vive della balneabilità , della limpidezza delle acque e di un paesaggio incontaminato. E lo farà scendendo in piazza sabato 21 gennaio 2012, a difesa del proprio modello di sviluppo nella grande e festosa manifestazione che riempirà Monopoli”.
Organizzata dal comitato “No Petrolio, Sì Energie Rinnovabili”, insieme alla rete regionale delle associazioni ambientaliste, chiama all’impegno contro ogni attacco al territorio tutti i cittadini pugliesi, le istituzioni, le forze politiche, le associazioni, i sindacati, le imprese, e per ribadire il NO alle trivellazioni petrolifere, come a qualsiasi autorizzazione, e il SI’ ad una legge nazionale che vieti ogni ulteriore impianto di estrazione petrolifera, SI’ a un accordo transfrontaliero che impedisca l’installazione di piattaforme offshore in tutto il Mare Adriatico.
CONFERENZA PRESIDENTI APPROVA ODG UNITARIO - Tutti i Consigli regionali d’Italia sostengono la Puglia nel “No” alle prospezioni in Adriatico e in tutto il Mediterraneo europeo. “Lo ‘stop’ alle ricerche petrolifere off shore e la tutela del mare diventano forte posizione comune delle Assemblee legislative, che chiedono a loro volta un incontro al presidente Monti e al ministro Clini”. Lo rende noto il presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio Introna, “con soddisfazione, per aver raccolto il consenso di tutti i colleghi ma anche per aver tenuto fede ad un impegno nei confronti dei pugliesi e ad uno degli obiettivi della manifestazione di Monopoli del 21 gennaio 2012”.
L’Assemblea plenaria della Conferenza dei presidenti dei Consigli delle Regioni e Province autonome, riunita a L’Aquila, ha approvato all’unanimità , su proposta di Introna, un ordine del giorno che invita il presidente del Consiglio dei ministri e il ministro dell’Ambiente – ai quali si chiede un incontro con una delegazione dei presidenti di Regioni e Consigli - “a voler sospendere ogni procedimento autorizzativo per indagini petrolifere in mare e adottare una moratoria di ogni iniziativa di ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi nell’Adriatico e nelle acque al largo di tutte le coste europee”.
Il documento condivide anche l’iniziativa, sempre avanzata da Introna, di una Conferenza delle Regioni adriatiche e del Mediterraneo europeo, da tenersi a Trieste entro il febbraio 2012. Argomento: la conservazione dell’ambiente marino.
“La Puglia non è sola in una battaglia di civiltà la difesa del lavoro e della vita in mare e sulla costa, per la salute dell’ambiente e della gente, per il futuro di donne e uomini, pugliesi, italiani, europei”, il commento del presidente Introna.