di Maria Teresa Lattarulo. In questi giorni è tornato a manifestare il movimento “Se non ora quando?” che raccoglie le donne di ogni provenienza e colore politico impegnate per il pieno riconoscimento della funzione della donna nella società. Una valida base storica di documentazione delle rivendicazioni avanzate in relazione alla funzione sociale della donna può essere costituita dalla visita alla mostra “Le donne che hanno fatto l'Italia”, allestita fino al 20 gennaio 2012 a Roma, nel salone centrale del Complesso del Vittoriano, nell’ambito delle iniziative per i 150 anni dell’Unità d’Italia. La mostra è divisa in cinque sezioni: Le donne del Risorgimento; Le protagoniste; Le prime; Donne insieme; Donne e arte.
Sono ricordate le nobili protagoniste del Risorgimento, le signore dei salotti piemontesi e dei circoli letterari, quali Cristina Belgioso, Eleonora Fonseca Pimontel, Adelaide Ristoiri, oltre a Margherita di Savoia e alla Castiglione. Non mancano, naturalmente, le donne di cultura, scienza e arte, quali Grazia Deledda e Rita Levi Montalcini, entrambe insignite del Nobel, Maria Montessori, Anna Kuliscioff, Anna Magnani.
Interessante la sezione “Le prime” in cui troviamo Ernestina Paper, la prima laureata in medicina dell'Italia unita, Alfonsina Strada, che nel 1926 corse con gli uomini il Giro d'Italia e Rina Monti che nel 1908 diventò zoologa all'università di Sassari. Per non parlare di Lidia Poet, che nel 1881 ottenne per prima la laurea in Giurisprudenza, ma riuscì a conquistare l’iscrizione all’Albo professionale solo quarant’anni dopo; di Ernestina Prola, prima donna con la patente di guida e di Rosina Ferrario, la prima a pilotare un’auto da corsa, nel 1913.
Sono documentate anche figure meno note, ma importanti, come Franca Viola che nel 1964 ebbe il coraggio per la prima volta di rifiutare il “matrimonio riparatore” offertole, secondo una tribale usanza del sud, da colui che l’aveva stuprata.
E poi le tante donne anonime: mondine, maestre, balie, partigiane, crocerossine, religiose, infermiere, ecc., ritratte nella sezione “Donne insieme” che rende omaggio a chi silenziosamente ha costruito l’Italia.
Alla fine della mostra, appare del tutto giustificato il nuovo slogan coniato dal movimento di cui parlavamo all’inizio per sottolineare l’importanza della componente femminile nella società: “Se non le donne chi?”.
Sono ricordate le nobili protagoniste del Risorgimento, le signore dei salotti piemontesi e dei circoli letterari, quali Cristina Belgioso, Eleonora Fonseca Pimontel, Adelaide Ristoiri, oltre a Margherita di Savoia e alla Castiglione. Non mancano, naturalmente, le donne di cultura, scienza e arte, quali Grazia Deledda e Rita Levi Montalcini, entrambe insignite del Nobel, Maria Montessori, Anna Kuliscioff, Anna Magnani.
Interessante la sezione “Le prime” in cui troviamo Ernestina Paper, la prima laureata in medicina dell'Italia unita, Alfonsina Strada, che nel 1926 corse con gli uomini il Giro d'Italia e Rina Monti che nel 1908 diventò zoologa all'università di Sassari. Per non parlare di Lidia Poet, che nel 1881 ottenne per prima la laurea in Giurisprudenza, ma riuscì a conquistare l’iscrizione all’Albo professionale solo quarant’anni dopo; di Ernestina Prola, prima donna con la patente di guida e di Rosina Ferrario, la prima a pilotare un’auto da corsa, nel 1913.
Sono documentate anche figure meno note, ma importanti, come Franca Viola che nel 1964 ebbe il coraggio per la prima volta di rifiutare il “matrimonio riparatore” offertole, secondo una tribale usanza del sud, da colui che l’aveva stuprata.
E poi le tante donne anonime: mondine, maestre, balie, partigiane, crocerossine, religiose, infermiere, ecc., ritratte nella sezione “Donne insieme” che rende omaggio a chi silenziosamente ha costruito l’Italia.
Alla fine della mostra, appare del tutto giustificato il nuovo slogan coniato dal movimento di cui parlavamo all’inizio per sottolineare l’importanza della componente femminile nella società: “Se non le donne chi?”.
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Cultura e Spettacoli