ROMA. Pietro Ichino, senatore Pd, in una lettera al direttore, pubblicata oggi in prima pagina dal Corriere Della Sera, torna sui temi della riforma del mercato del Lavoro, rilanciando l’idea di un ruolo attivo delle Regioni. “Nella congiuntura attuale la riforma potrà influire soltanto sul flusso delle assunzioni, non certo su quello dei licenziamenti”.
Sull’articolo 18, Ichino precisa: “E tutti i progetti di riforma oggi sul tavolo prevedono che per questo aspetto – cioè in particolare quello della tutela antidiscriminatorio – il campo di applicazione dell’articolo 18 venga esteso a tutta la vasta area di lavoro sostanzialmente dipendente che ne è attualmente esclusa”.
Sulle osservazioni relative alle dimensioni geopolitiche dei paesi del Nord Europa, che hanno attuato riforme analoghe, Ichino, dopo aver ricordato che la Svezia ha la stessa popolazione della Lombardia, propone: “Nulla impedisce però, di pensare che le regioni incomincino a spendere meglio i fiumi di denaro che oggi sperperano in questo campo (ricollocazione e riqualificazione professionale ndr), ivi compresi i cospicui contributi del Fondo sociale europeo oggi poco e malissimo utilizzati, per rimborsare il costo standard di mercato di questi servizi alle imprese che se ne avvalgono per ricollocare i propri lavoratori.” Il giuslavorista conclude affrontando il tema del sostegno al reddito dei lavoratori, riconvertendo la spesa oggi sostenuta dall’Inps nella cassa integrazione a zero ore.
Sull’articolo 18, Ichino precisa: “E tutti i progetti di riforma oggi sul tavolo prevedono che per questo aspetto – cioè in particolare quello della tutela antidiscriminatorio – il campo di applicazione dell’articolo 18 venga esteso a tutta la vasta area di lavoro sostanzialmente dipendente che ne è attualmente esclusa”.
Sulle osservazioni relative alle dimensioni geopolitiche dei paesi del Nord Europa, che hanno attuato riforme analoghe, Ichino, dopo aver ricordato che la Svezia ha la stessa popolazione della Lombardia, propone: “Nulla impedisce però, di pensare che le regioni incomincino a spendere meglio i fiumi di denaro che oggi sperperano in questo campo (ricollocazione e riqualificazione professionale ndr), ivi compresi i cospicui contributi del Fondo sociale europeo oggi poco e malissimo utilizzati, per rimborsare il costo standard di mercato di questi servizi alle imprese che se ne avvalgono per ricollocare i propri lavoratori.” Il giuslavorista conclude affrontando il tema del sostegno al reddito dei lavoratori, riconvertendo la spesa oggi sostenuta dall’Inps nella cassa integrazione a zero ore.
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