BARI. La mostra Arte Povera in Teatro allestita nel Teatro Margherita di Bari, rientra nel grande evento Arte Povera 2011, curato da Germano Celant, che ha visto la partecipazione di alcune delle più importanti istituzioni museali italiane: il Castello di Rivoli-Museo d’Arte Contemporanea, La Triennale di Milano, il MAMbo Museo di Arte Moderna di Bologna, il MAXXI Museo delle Arti del XXI secolo e la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma e il MADRE Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina di Napoli.
In questo contesto risulta particolarmente significativo l’aver allargato la mappatura
culturale attinente all’arte povera alla partecipazione di realtà artistiche operanti in città , come Bari e Bergamo, che hanno deciso sin dall’inizio di aderire al progetto. Con l’intento di arricchire il percorso avviato nelle varie istituzioni museali grazie ad un taglio puntato soprattutto sulla particolarità degli spazi individuati.
In particolare, la scelta del Teatro Margherita a Bari offre un’eccezionale opportunitÃ
allestitiva e ambientale: edificato all’inizio del secolo in stile liberty nell’ansa del vecchio porto, l’edificio, riaperto nel 2009 dopo un lungo restauro statico ed esterno, con i suoi spazi nudi e destrutturati ben si presta ad ospitare un nuovo centro per l’arte
contemporanea.
Nell’ottica di un’attività espositiva che intende dialogare con gli eventi che segnano il
territorio museale italiano, il Comune di Bari ha pensato di collegarsi ad Arte Povera 2011, commissionando a Germano Celant e Antonella Soldaini una mostra che comprendesse
alcuni lavori degli artisti di punta del movimento e rappresentasse l’occasione di una
rilett ra del contesto architettonico e l’indicazione di un futuro inserimento del Margherita nel sistema delle istituzioni culturali italiane.
Arte Povera in Teatro permette così al visitatore di venire a contatto con opere dall’aspetto spettacolare, offrendo un’ulteriore possibilità di conoscenza e di analisi di uno dei movimenti artistici più importanti del XXI secolo.
L’insieme che si viene a formare in relazione all’architettura grezza e primaria del Teatro è composto da un insieme di lavori, indicativi della produzione di ogni singolo artista coinvolto: la scultura composta da una tela e due grandi pietre di Giovanni Anselmo, una grande Mappa di Alighiero Boetti, una parete ghiacciata di metallo alta oltre 4 metri di Pier Paolo Calzolari, una scultura di ferro di Luciano Fabro, un Igloo fatto con le pietre e un’opera con i Numeri di Fibonacci, posizionata sull’esterno del Teatro Margherita, di Mario Merz, un dipinto a tecnica mista di Marisa Merz, un’installazione composta da un quadro e da frammenti di calchi in gesso di Giulio Paolini, un grande cetaceo di Pino Pascali, due alberi alti 5 metri circa di Giuseppe Penone, una gigantesca sfera di carta di Michelangelo Pistoletto, un catalogo di Emilio Prini, una canoa con sibilo di Gilberto Zorio.
In questa raccolta è inserita l’opera di Jannis Kounellis, appositamente ideata per il Teatro Margherita ed eseguita lo scorso anno, che consiste in dodici enormi sacchi di carbone in cui sono piantate altrettante lastre di ferro e putrelle che arrivano a toccare il soffitto del teatro. Intervento che, messo in relazione ai lavori degli altri protagonisti dell’Arte Povera, potrà essere riletto alla luce del suo contesto storico e contemporaneo.
In questo contesto risulta particolarmente significativo l’aver allargato la mappatura
culturale attinente all’arte povera alla partecipazione di realtà artistiche operanti in città , come Bari e Bergamo, che hanno deciso sin dall’inizio di aderire al progetto. Con l’intento di arricchire il percorso avviato nelle varie istituzioni museali grazie ad un taglio puntato soprattutto sulla particolarità degli spazi individuati.
In particolare, la scelta del Teatro Margherita a Bari offre un’eccezionale opportunitÃ
allestitiva e ambientale: edificato all’inizio del secolo in stile liberty nell’ansa del vecchio porto, l’edificio, riaperto nel 2009 dopo un lungo restauro statico ed esterno, con i suoi spazi nudi e destrutturati ben si presta ad ospitare un nuovo centro per l’arte
contemporanea.
Nell’ottica di un’attività espositiva che intende dialogare con gli eventi che segnano il
territorio museale italiano, il Comune di Bari ha pensato di collegarsi ad Arte Povera 2011, commissionando a Germano Celant e Antonella Soldaini una mostra che comprendesse
alcuni lavori degli artisti di punta del movimento e rappresentasse l’occasione di una
rilett ra del contesto architettonico e l’indicazione di un futuro inserimento del Margherita nel sistema delle istituzioni culturali italiane.
Arte Povera in Teatro permette così al visitatore di venire a contatto con opere dall’aspetto spettacolare, offrendo un’ulteriore possibilità di conoscenza e di analisi di uno dei movimenti artistici più importanti del XXI secolo.
L’insieme che si viene a formare in relazione all’architettura grezza e primaria del Teatro è composto da un insieme di lavori, indicativi della produzione di ogni singolo artista coinvolto: la scultura composta da una tela e due grandi pietre di Giovanni Anselmo, una grande Mappa di Alighiero Boetti, una parete ghiacciata di metallo alta oltre 4 metri di Pier Paolo Calzolari, una scultura di ferro di Luciano Fabro, un Igloo fatto con le pietre e un’opera con i Numeri di Fibonacci, posizionata sull’esterno del Teatro Margherita, di Mario Merz, un dipinto a tecnica mista di Marisa Merz, un’installazione composta da un quadro e da frammenti di calchi in gesso di Giulio Paolini, un grande cetaceo di Pino Pascali, due alberi alti 5 metri circa di Giuseppe Penone, una gigantesca sfera di carta di Michelangelo Pistoletto, un catalogo di Emilio Prini, una canoa con sibilo di Gilberto Zorio.
In questa raccolta è inserita l’opera di Jannis Kounellis, appositamente ideata per il Teatro Margherita ed eseguita lo scorso anno, che consiste in dodici enormi sacchi di carbone in cui sono piantate altrettante lastre di ferro e putrelle che arrivano a toccare il soffitto del teatro. Intervento che, messo in relazione ai lavori degli altri protagonisti dell’Arte Povera, potrà essere riletto alla luce del suo contesto storico e contemporaneo.
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Cultura e Spettacoli