BARI. “Basta con i bollettini di guerra del primo gennaio: anche il Sindaco di Bari ha deciso di vietare i botti di Capodanno, una decisione giusta che condivido e che in qualche modo ho provocato”. Il presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio Introna, esprime “adesione, partecipazione e soddisfazione” per l’ordinanza annunciata dal primo cittadino pugliese. “Sono dalla parte di Michele Emiliano, sono al suo fianco in questa conquista di civiltà, un gesto di grande rispetto nei confronti della città e di chi la abita, uomini ed anche animali, soprattutto cani e gatti, spaventati dagli scoppi”.
L’abitudine di salutare il nuovo anno con giochi pirici illegali, per lo più estremamente pericolosi, se non addirittura con autentici ordigni ed armi da fuoco, fa segnare un triste primato alle regioni meridionali ed alla Puglia, in testa alla casistica dei ferimenti e dei danni ogni inizio di gennaio. Alla mezzanotte tra il 31 dicembre e il 1 gennaio, un autentico scenario bellico caratterizza i centri cittadini, con esplosioni assordanti, traccianti che attraversano il cielo e balconi illuminati da vampe. Poche ore dopo, tocca agli ospedali ed ai pronto soccorso soccorrere i “reduci della notte di San Silvestro: feriti gravi, ustionati, perfino mutilati come nella Grande Guerra”, osserva Introna.
È stato il presidente del Consiglio regionale a “lanciare il sasso”, salutando con favore nella propria pagina Facebook l’iniziativa dei sindaci di Torino e Venezia di vietare i botti: “spero che tante città prendano esempio a cominciare da Bari”, aveva scritto nella mattinata, confortato a stretto giro di rete dall’annuncio del sindaco Emiliano.
È chiaro, aggiunge Introna, che “l’ordinanza di per sè non rappresenta un deterrente, se non verrà accompagnata dal buon senso di tutti i baresi. Ai cittadini è richiesto un atteggiamento di responsabile adesione per non lasciare soli i vigili urbani e le forze dell’ordine, evitando e disertando le bancarelle per la vendita illegale dei botti. Il provvedimento da solo non può però sconfiggere questa barbara ed incivile, oltre che pericolosa, abitudine”. Secondo il presidente, l’Amministrazione comunale dovrà adottare peraltro un vero e proprio regolamento e il Consiglio regionale è pronto ad avviare, se sarà necessario, l’iter approvativo di una legge pugliese a tutela di persone animali e cose”.
Introna conclude confermando la più ampia disponibilità dell’Assemblea regionale a collaborare con il Comune di Bari e l’Anci per un “provvedimento quadro condiviso”.
L’abitudine di salutare il nuovo anno con giochi pirici illegali, per lo più estremamente pericolosi, se non addirittura con autentici ordigni ed armi da fuoco, fa segnare un triste primato alle regioni meridionali ed alla Puglia, in testa alla casistica dei ferimenti e dei danni ogni inizio di gennaio. Alla mezzanotte tra il 31 dicembre e il 1 gennaio, un autentico scenario bellico caratterizza i centri cittadini, con esplosioni assordanti, traccianti che attraversano il cielo e balconi illuminati da vampe. Poche ore dopo, tocca agli ospedali ed ai pronto soccorso soccorrere i “reduci della notte di San Silvestro: feriti gravi, ustionati, perfino mutilati come nella Grande Guerra”, osserva Introna.
È stato il presidente del Consiglio regionale a “lanciare il sasso”, salutando con favore nella propria pagina Facebook l’iniziativa dei sindaci di Torino e Venezia di vietare i botti: “spero che tante città prendano esempio a cominciare da Bari”, aveva scritto nella mattinata, confortato a stretto giro di rete dall’annuncio del sindaco Emiliano.
È chiaro, aggiunge Introna, che “l’ordinanza di per sè non rappresenta un deterrente, se non verrà accompagnata dal buon senso di tutti i baresi. Ai cittadini è richiesto un atteggiamento di responsabile adesione per non lasciare soli i vigili urbani e le forze dell’ordine, evitando e disertando le bancarelle per la vendita illegale dei botti. Il provvedimento da solo non può però sconfiggere questa barbara ed incivile, oltre che pericolosa, abitudine”. Secondo il presidente, l’Amministrazione comunale dovrà adottare peraltro un vero e proprio regolamento e il Consiglio regionale è pronto ad avviare, se sarà necessario, l’iter approvativo di una legge pugliese a tutela di persone animali e cose”.
Introna conclude confermando la più ampia disponibilità dell’Assemblea regionale a collaborare con il Comune di Bari e l’Anci per un “provvedimento quadro condiviso”.