LECCE. Il sindaco di Lecce, Paolo Perrone, risponde alla lettera aperta di Antonio Capone. “Antonio, non ti crucciare per la mia campagna elettorale. Sarebbe il caso che pensassi alla tua”.
“Comprendo perfettamente l’affannosa e disperata ricerca di attenzione mediatica di Antonio Capone ma – se posso permettermi di offrirgli un suggerimento – vorrei potergli dire che non è in questo modo che riuscirà a catturare l’attenzione dei leccesi, tanto meno il loro consenso. Mi spiace dovergli riportare alla memoria questioni che lo hanno visto assolutamente in prima linea, come il più convinto difensore delle decisioni della senatrice Adriana Poli Bortone. Potrei tranquillamente dire che “l’ignoranza” e la “debolezza” di cui Capone parla, sono peculiarità che non sento assolutamente appartenere al mio percorso politico. E mi chiedo: se davvero avesse nutrito seri dubbi sulle scelte dell’ex sindaco Poli Bortone – così come Capone dice – sarebbe rimasto accanto alla senatrice fino ai giorni che hanno preceduto la rottura del sodalizio, così come le cronache del tempo ci ricordano? Dal filobus a via Brenta, fino alla centrale a biomasse, sono sempre stato coerente. Avrei potuto scegliere. Avrei potuto decidere di chiudere gli occhi, privilegiando soltanto il mio percorso politico e avallando contratti capestri che avrebbero portato alla rovina questa città: oggi ci sarebbe un’alleanza molto più ampia a sostenermi e la mia campagna elettorale sarebbe stata liscia come l’olio. Ma l’olio non mi piace. Motivo per cui ho evitato venisse bruciato in una centrale che avrebbe deturpato il paesaggio e la salubrità della nostra città. Ho deciso di lasciarmi alla spalle la strada più semplice e di pensare al bene dei miei concittadini, gli stessi che cinque anni fa hanno creduto in me e che mai – tantomeno per un tornaconto personale – avrei potuto tradire nelle aspettative. Ho lavorato per evitare il tracollo, agendo ancor prima che la magistratura ravvisasse in queste vicende margini penali e – oggi – posso dire di essere sereno e di aver agito per il bene della mia comunità.
Se hai bisogno di visibilità o di un trafiletto sui giornali, caro Antonio, cambia bersaglio, perché con me non attacca. Sono certo delle mie azioni, così come del futuro di sviluppo che immagino.
Mi preme consigliarti di non pensare a me. La mia campagna elettorale è iniziata già da tempo, tra la gente e per la gente. Non devo certamente renderla visibile a te. Anche nel 2007 i miei avversari cominciarono molto prima di me. Eppure, tutti sappiamo come è andata a finire. Quindi, stai tranquillo e non ti crucciare. Potrebbe essere uno spreco di energie del tutto inutile”.
“Comprendo perfettamente l’affannosa e disperata ricerca di attenzione mediatica di Antonio Capone ma – se posso permettermi di offrirgli un suggerimento – vorrei potergli dire che non è in questo modo che riuscirà a catturare l’attenzione dei leccesi, tanto meno il loro consenso. Mi spiace dovergli riportare alla memoria questioni che lo hanno visto assolutamente in prima linea, come il più convinto difensore delle decisioni della senatrice Adriana Poli Bortone. Potrei tranquillamente dire che “l’ignoranza” e la “debolezza” di cui Capone parla, sono peculiarità che non sento assolutamente appartenere al mio percorso politico. E mi chiedo: se davvero avesse nutrito seri dubbi sulle scelte dell’ex sindaco Poli Bortone – così come Capone dice – sarebbe rimasto accanto alla senatrice fino ai giorni che hanno preceduto la rottura del sodalizio, così come le cronache del tempo ci ricordano? Dal filobus a via Brenta, fino alla centrale a biomasse, sono sempre stato coerente. Avrei potuto scegliere. Avrei potuto decidere di chiudere gli occhi, privilegiando soltanto il mio percorso politico e avallando contratti capestri che avrebbero portato alla rovina questa città: oggi ci sarebbe un’alleanza molto più ampia a sostenermi e la mia campagna elettorale sarebbe stata liscia come l’olio. Ma l’olio non mi piace. Motivo per cui ho evitato venisse bruciato in una centrale che avrebbe deturpato il paesaggio e la salubrità della nostra città. Ho deciso di lasciarmi alla spalle la strada più semplice e di pensare al bene dei miei concittadini, gli stessi che cinque anni fa hanno creduto in me e che mai – tantomeno per un tornaconto personale – avrei potuto tradire nelle aspettative. Ho lavorato per evitare il tracollo, agendo ancor prima che la magistratura ravvisasse in queste vicende margini penali e – oggi – posso dire di essere sereno e di aver agito per il bene della mia comunità.
Se hai bisogno di visibilità o di un trafiletto sui giornali, caro Antonio, cambia bersaglio, perché con me non attacca. Sono certo delle mie azioni, così come del futuro di sviluppo che immagino.
Mi preme consigliarti di non pensare a me. La mia campagna elettorale è iniziata già da tempo, tra la gente e per la gente. Non devo certamente renderla visibile a te. Anche nel 2007 i miei avversari cominciarono molto prima di me. Eppure, tutti sappiamo come è andata a finire. Quindi, stai tranquillo e non ti crucciare. Potrebbe essere uno spreco di energie del tutto inutile”.