BARLETTA. Il consigliere regionale del Pd sollecita l’assessore regionale alla salute Tommaso Fiore affinché i pazienti non vengano abbandonati al proprio destino.
“Il licenziamento del personale del centro diurno che opera all’interno del Centro di salute mentale di Barletta vorrebbe dire togliere agli oltre settecento ospiti della struttura la possibilità di vedere la luce”. Ruggiero Mennea, consigliere regionale del Partito Democratico, non intende restare inerte dinanzi al grido disperato dei familiari dei pazienti del Csm, che dal 2012 rischiano di essere abbandonati al proprio destino a causa della “destabilizzazione” di personale medico e sanitario sancito da una sentenza della Corte Costituzionale. “La malattia mentale è una battaglia che si combatte quotidianamente, con costanza e impegno. Sottrarre agli ospiti del centro i propri psicoterapeuti, i propri psichiatri significherebbe gettare alle ortiche tutti i progressi e i miglioramenti conseguiti sinora, interrompendo un cammino basato anche sul rapporto di fiducia che si instaura tra medico e paziente – sottolinea Mennea –. Se questa continuità venisse meno, sarebbe come staccare la spina, interrompere un sogno, cancellare la propria isola felice a persone che non sono affatto di serie B, a uomini e donne in difficoltà che sarebbe sbagliato considerare anormali. Parliamo di ragazzi intelligentissimi, ognuno con la propria storia e la propria sensibilità. Privare loro delle proprie figure mediche di riferimento sarebbe un danno irreparabile”.
“Il fatto stesso che l’appello alle istituzioni non arrivi dal personale che rischia il posto di lavoro – aggiunge il consigliere regionale del Pd –, ma dalle famiglie dei pazienti del centro diurno è indice di quanto drammatica sia la situazione. È come se un prete che lotta contro la criminalità venisse trasferito da una città all’altra, da un quartiere all’altro, suscitando l’ira dei parrocchiani e della comunità che in quella figura riponeva la speranza per un futuro migliore”.
L’appello di Ruggiero Mennea va all’assessore regionale alla salute, Tommaso Fiore, “affinché faccia comprendere al nuovo governo nazionale che il licenziamento di questi medici segnerebbe l’inizio di un incubo per i pazienti del centro diurno e le loro famiglie. Allo stesso modo il licenziamento dei medici e degli operatori sanitari destabilizzati provoca un grave disservizio in tutte le strutture sanitarie pugliesi, che verrebbero così private della dotazione organica sufficiente e necessaria per assicurare assistenza. A nessuna istituzione, nazionale o regionale che sia, è consentito di sacrificare sull’altare di meri calcoli contabili il diritto alla salute dei cittadini” conclude l’esponete democratico.
“Il licenziamento del personale del centro diurno che opera all’interno del Centro di salute mentale di Barletta vorrebbe dire togliere agli oltre settecento ospiti della struttura la possibilità di vedere la luce”. Ruggiero Mennea, consigliere regionale del Partito Democratico, non intende restare inerte dinanzi al grido disperato dei familiari dei pazienti del Csm, che dal 2012 rischiano di essere abbandonati al proprio destino a causa della “destabilizzazione” di personale medico e sanitario sancito da una sentenza della Corte Costituzionale. “La malattia mentale è una battaglia che si combatte quotidianamente, con costanza e impegno. Sottrarre agli ospiti del centro i propri psicoterapeuti, i propri psichiatri significherebbe gettare alle ortiche tutti i progressi e i miglioramenti conseguiti sinora, interrompendo un cammino basato anche sul rapporto di fiducia che si instaura tra medico e paziente – sottolinea Mennea –. Se questa continuità venisse meno, sarebbe come staccare la spina, interrompere un sogno, cancellare la propria isola felice a persone che non sono affatto di serie B, a uomini e donne in difficoltà che sarebbe sbagliato considerare anormali. Parliamo di ragazzi intelligentissimi, ognuno con la propria storia e la propria sensibilità. Privare loro delle proprie figure mediche di riferimento sarebbe un danno irreparabile”.
“Il fatto stesso che l’appello alle istituzioni non arrivi dal personale che rischia il posto di lavoro – aggiunge il consigliere regionale del Pd –, ma dalle famiglie dei pazienti del centro diurno è indice di quanto drammatica sia la situazione. È come se un prete che lotta contro la criminalità venisse trasferito da una città all’altra, da un quartiere all’altro, suscitando l’ira dei parrocchiani e della comunità che in quella figura riponeva la speranza per un futuro migliore”.
L’appello di Ruggiero Mennea va all’assessore regionale alla salute, Tommaso Fiore, “affinché faccia comprendere al nuovo governo nazionale che il licenziamento di questi medici segnerebbe l’inizio di un incubo per i pazienti del centro diurno e le loro famiglie. Allo stesso modo il licenziamento dei medici e degli operatori sanitari destabilizzati provoca un grave disservizio in tutte le strutture sanitarie pugliesi, che verrebbero così private della dotazione organica sufficiente e necessaria per assicurare assistenza. A nessuna istituzione, nazionale o regionale che sia, è consentito di sacrificare sull’altare di meri calcoli contabili il diritto alla salute dei cittadini” conclude l’esponete democratico.