BARI. "La crisi impone delle scelte. Quelle da noi chieste alla Giunta regionale per il bilancio 2012 che sara' portato in Consiglio regionale. Le manovre del Governo Berlusconi hanno determinato un impatto assai negativo sulle risorse a disposizione degli enti locali destinate a garantire i servizi ai cittadini. A differenza di quanto sta facendo il Governo Monti, non erano state inasprite le norme sui pensionamenti, cosi' come non era stata ripristinata l'Ici, ma non possiamo di certo rimuovere i guasti prodotti nei tre anni in cui si e' lasciato scivolare il Paese nella crisi. Cosi come non si e' fatto nulla per favorire la crescita ed evitare il declino del sistema industriale con gravi conseguenze sulla tenuta dei livelli occupazionali, con il conseguente aumento della domanda di servizi e tutele che rischia di rimanere senza risposta. Si tratta di servizi essenziali, a partire da quelli richiesti dalle persone piu' deboli. Cosa c'e' di peggio per una famiglia che si trova a fronteggiare la non autosufficienza di un congiunto senza avere le risorse per farlo? Ancora peggio per le persone sole che non hanno neanche il conforto della famiglia. Sono queste le motivazioni che ci hanno indotto a chiedere al Presidente Vendola di privilegiare gli interventi in favore delle persone piu' deboli che in maniera cinica sono state abbandonate dal Governo nazionale. Certo, si tratta di poca cosa. Non ci sono eccessivi margini, ne' sarebbe tollerabile un ulteriore inasprimento della pressione fiscale, considerato che gia' lo scorso anno abbiamo contestato l'aumento dell'addizionale di cui i pugliesi avvertiranno gli effetti dal prossimo 1 gennaio ed a cui si aggiungerà l'aumento dello 0,33% previsto dalla manovra del Governo Monti. Si possono però recuperare ancora risorse dalla lotta agli sprechi e da un maggiore rigore nel fronteggiare le politiche di spesa. Per questo abbiamo proposto ed ottenuto una revisione della spesa regionale a largo raggio, su cui il Presidente si e' impegnato a coinvolgere le organizzazioni sindacali. Bisogna ricercare ulteriori risorse da destinare al sociale, per coprire altre falle. Non puo' essere accettato a cuor leggero l'annullamento del fondo per gli affitti, che lascia scoperte quelle persone in difficolta', a cui deve essere garantito il diritto alla casa. Oppure rassegnarsi all'idea che i cassintegrati e i lavoratori in mobilità debbano pagare il ticket sulle prestazioni specialistiche. Infine, siamo molto preoccupati rispetto a quello che potra' accadere dal 1 gennaio nella sanità. I sacrifici fatti dai pugliesi per contribuire a mettere in equilibrio i conti rischiano di essere vanificati dagli effetti dei provvedimenti del Governo Monti in materia di pensioni e che indurrà centinaia di operatori della sanità a mettersi a riposo. Un esodo che si aggiunge alla cronica carenza di organico, ai licenziamenti di medici e infermieri ex stabilizzati, per effetto delle sentenze della Suprema Corte, e che non possono essere rimpiazzati per il blocco del turn over imposto dal piano di rientro. Gli effetti saranno devastanti. E' in gioco il diritto alla salute dei cittadini pugliese, a cui bisognerà garantire i livelli essenziali di assistenza. Sarà necessario sviluppare un grande movimento, finalizzato ad evitare per la Puglia un inesorabile declino". Così in una nota Giovanni Forte, segretario generale Cgil Puglia.