di Nicola Zuccaro. Piedi per terra e mettendosi in discussione ogni giorno per raggiungere un obiettivo. Si riassume in questa periodo il pensiero di vita, in particolare rivolto ai giovani, del grande Dino Meneghin. L'attuale Presidente della Federazione Italiana Basket interevenuto nei giorni scorsi a Bari in occasione della Festa Regionale della Pallacanestro Pugliese ha parlato anche di sè; dei suoi 40 anni segnati da succcessi e
da insuccessi raccolti nel libro autobiografico "Passi da gigante" (Ed.Rizzoli) scritto a quattro mani con il giornalista del Corriere della Sera Flavio Vannetti. Da Varese a Milano, tra coppe europee e scudetti vinti, Dino Meneghin racconta dell'oro vinto a Nantes nell'83 da giocatore e da dirigente nel '99 a Grenobles, dove però fu scritta quella che lui ha definito la più negativa prestazione in assoluto, ovvero la sconfitta nel '83 in una finale di Coppa dei Campioni. Il ragazzo con le scarpette rosse emigrato negli anni '60 dal Veneto a Varese non si vuol definire un monumento nazionale del basket. In questo emerge quel campione di lealtà così come per quei sani principi ai quali è stato educato nel predicare l'antiviolenza come deterrente all'imbecillità che serpeggia, nei Palasport, Dino Meneghin si è confermato anche campione di lealtà insistendo lungo l'incontro di presentazione al rispetto dell'avversario. Messaggi che vengono percepiti dai giovani per mezzo del contributo di suo figlio Andrea, anch'egli cestista e attuale tecnico del'Under 19 a Varese. Il ricavato del Libro verrà devoluto in beneficienza ad una fondazione che da anni è impegnata nella prevenzione, lotta e ricerca per le malattie al fegato. Dino Meneghin per questo viene riconosciuto anche come uno dei numeri 1 in termini di generosità .
da insuccessi raccolti nel libro autobiografico "Passi da gigante" (Ed.Rizzoli) scritto a quattro mani con il giornalista del Corriere della Sera Flavio Vannetti. Da Varese a Milano, tra coppe europee e scudetti vinti, Dino Meneghin racconta dell'oro vinto a Nantes nell'83 da giocatore e da dirigente nel '99 a Grenobles, dove però fu scritta quella che lui ha definito la più negativa prestazione in assoluto, ovvero la sconfitta nel '83 in una finale di Coppa dei Campioni. Il ragazzo con le scarpette rosse emigrato negli anni '60 dal Veneto a Varese non si vuol definire un monumento nazionale del basket. In questo emerge quel campione di lealtà così come per quei sani principi ai quali è stato educato nel predicare l'antiviolenza come deterrente all'imbecillità che serpeggia, nei Palasport, Dino Meneghin si è confermato anche campione di lealtà insistendo lungo l'incontro di presentazione al rispetto dell'avversario. Messaggi che vengono percepiti dai giovani per mezzo del contributo di suo figlio Andrea, anch'egli cestista e attuale tecnico del'Under 19 a Varese. Il ricavato del Libro verrà devoluto in beneficienza ad una fondazione che da anni è impegnata nella prevenzione, lotta e ricerca per le malattie al fegato. Dino Meneghin per questo viene riconosciuto anche come uno dei numeri 1 in termini di generosità .
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