dalla corrispondente Lamiaa Mahmoud. E' diventato chiaro a tutti che in Egitto esistano i cosiddetti nemici della patria, coloro che non vogliono godere della sicurezza e della stabilità del Paese. Questa è la risposta al successo alle elezioni parlamentari in Egitto, in special modo dopo la schiacciante vittoria degli islamisti, con la strada spianata verso la democrazia. Circa 300 feriti e 8 morti negli scontri di ieri davanti al Consiglio dei ministeri, in via Kasr al Aini. E' del tutto chiaro che lo scoppio di queste rivolte è causato dalla chiara volontà di qualcuno di incrinare l'interesse del paese verso queste elezioni e di destabilizzare la giunta dallo svolgimento del compito ad essa affidato.
Inoltre, i ribelli hanno incendiato la celebre Accademia Scientifica che si ergeva su due piani, considerato il luogo di scienza piu' antico nel mondo, con la perdita di un libro di inestimabile valore quale quello di descrizione dell'Egitto scritto nell'era della Campagna francese di Napoleone.
E c'è da aggiungere, inoltre, che l'esercito non potrà consegnare, al termine delle elezioni, il potere in mano alle autorità civili, in particolare dopo la situazione critica che si è verificata in questi giorni.
