FOGGIA. In attesa di la decisione del ministero dello sviluppo economico e del Tribunale di Foggia sul destino di Amica (ammissione o meno all’amministrazione controllata), le organizzazioni sindacali aziendali, a conclusione di una riunione con le maestranze, hanno proclamato lo stato di agitazione e annunciato di «ricorrere a tutto quanto sia possibile e previsto, non escludendo tutte le forme di protesta e lotta a tutela dei diritti dei lavoratori, qualora le condizioni lo richiedano o se ne ravvisi la necessità ».
In una nota di Cgil, Cisl, Uil e Ugl si sottolinea «il profondo disagio per la situazione in cui versa la socirtà in liquidazione, attualmente in attesa dell’ammissione all’amministrazione straordinaria, e le difficoltà in cui versano tutti i lavoratori nell’espletamento dei servizi». Una stoccata anche per la politica «in ritardo nell’affrontare in questi due anni una situazione ormai al collasso», mentre il sindacato si dice convinto che «l’unica strada percorribile sia quella del risanamento poiché ne sussistono tutti i presupposti» e boccia senza mezzi termini «la costituzione di una nuova società ». Anzi, per le organizzazioni sindacali vanno prese in considerazione «tutte le strategie attuabili per rilanciare il ruolo di Amica quale azienda pubblica che gestisca l’intero ciclo integrato dei rifiuti» ed in questa direzione i sindacati «si impegnano a supportare il commissario giudiziale nel condividere tutte le procedure previste dalla normativa per far sì che si giunga, nel più breve tempo possibile, al conseguimento di tale obiettivo». Quattro le priorità indicate dai sindacati: definizione di un piano industriale che tuteli i livelli occupazionali e i diritti acquisiti dei lavoratori, passando attraverso una ottimizzazione dei servizi ed il recupero delle diseconomie; messa a regime dell’impianto di biostabilizzazione; revisione del contratto di servizio; lotta all’evasione della Tarsu.
In una nota di Cgil, Cisl, Uil e Ugl si sottolinea «il profondo disagio per la situazione in cui versa la socirtà in liquidazione, attualmente in attesa dell’ammissione all’amministrazione straordinaria, e le difficoltà in cui versano tutti i lavoratori nell’espletamento dei servizi». Una stoccata anche per la politica «in ritardo nell’affrontare in questi due anni una situazione ormai al collasso», mentre il sindacato si dice convinto che «l’unica strada percorribile sia quella del risanamento poiché ne sussistono tutti i presupposti» e boccia senza mezzi termini «la costituzione di una nuova società ». Anzi, per le organizzazioni sindacali vanno prese in considerazione «tutte le strategie attuabili per rilanciare il ruolo di Amica quale azienda pubblica che gestisca l’intero ciclo integrato dei rifiuti» ed in questa direzione i sindacati «si impegnano a supportare il commissario giudiziale nel condividere tutte le procedure previste dalla normativa per far sì che si giunga, nel più breve tempo possibile, al conseguimento di tale obiettivo». Quattro le priorità indicate dai sindacati: definizione di un piano industriale che tuteli i livelli occupazionali e i diritti acquisiti dei lavoratori, passando attraverso una ottimizzazione dei servizi ed il recupero delle diseconomie; messa a regime dell’impianto di biostabilizzazione; revisione del contratto di servizio; lotta all’evasione della Tarsu.