ROMA. Parte la fase due della manovra economica. All'ordine del giorno del Consiglio dei ministri, convocato dal premier Mario Monti oggi alle 15, il diktat della crescita. Dopo l'annuncio che e' in arrivo la riforma delle rendite catastali con lo stravolgimento del calcolo che non si baserà piu' sui vani delle abitazioni ma sui metri quadri, cresce l'urgenza di assumere decisioni capaci di stabilizzare l'economia interna.
Anche ieri intanto il differenziale fra il titolo di Stato Btp decennale e il Bund tedesco della stessa durata ha superato quota 500, chiudendo a 508 punti base. Il rendimento per il titolo decennale italiano e' stato percio' fissato al 7,07%, con una tendenza negativa rispetto a venerdi' 23 dicembre quando aveva chiuso a 502 punti con un rendimento al 6,98%. Oggi i riflettori saranno di nuovo puntati sulla vendita di Btp per un valore di 11 miliardi di euro.
Al centro della discussione del governo e' intanto il tema delle liberalizzazioni che dovrebbero movimentare in positivo economia e occupazione. Corrado Passera, ministro dello Sviluppo economico, dichiara che l'esecutivo e' ''pronto ad azioni coraggiose'', pur scontando l'opposizione dei settori interessati: farmacie, taxi, carburanti, gas, servizi postali e servizi pubblici a livello locale. Secondo alcune indiscrezioni, il Consiglio dei ministri di oggi potrebbe gia' approvare alcuni provvedimenti sulle liberalizzazioni che erano presenti nella prima versione del cosiddetto decreto ''salva Italia'' e che poi sono stati cancellati.
Allo studio del governo anche la riforma del mercato del lavoro, a iniziare dal cuneo fiscale per sgravare i salari da un eccesso di tassazioni e la possibilita' di aggredire il problema della precarieta' che coinvolge soprattutto i giovani con l'istituzione di un contratto unico da collegare a produttivita' e anzianita' con particolari agevolazioni fiscali. Si dovrebbe affrontare in questo quadro anche la questione degli ammortizzatori sociali, prevedendo un sistema di sussidi alla disoccupazione sull'esempio di altri paesi europei.
Sembrerebbe accantonata, almeno per ora, la questione dell'abolizione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori che impedisce licenziamenti senza giusta causa nelle imprese con piu' di 15 dipendenti. La netta opposizione di sindacati e Pd sconsiglia l'esecutivo dall'insistere in questa direzione. Da qui la scelta di spostare l'attenzione su altri temi, a iniziare dal rilancio delle grandi opere infrastrutturali e dalla riforma fiscale chiesta con particolare insistenza dai sindacati. A complicare pero' la situazione del governo ci pensa l'atteggiamento dei partiti che lo tengono sotto tiro e ne delimitano il campo d'azione. Pdl tra tutti.
Anche ieri intanto il differenziale fra il titolo di Stato Btp decennale e il Bund tedesco della stessa durata ha superato quota 500, chiudendo a 508 punti base. Il rendimento per il titolo decennale italiano e' stato percio' fissato al 7,07%, con una tendenza negativa rispetto a venerdi' 23 dicembre quando aveva chiuso a 502 punti con un rendimento al 6,98%. Oggi i riflettori saranno di nuovo puntati sulla vendita di Btp per un valore di 11 miliardi di euro.
Al centro della discussione del governo e' intanto il tema delle liberalizzazioni che dovrebbero movimentare in positivo economia e occupazione. Corrado Passera, ministro dello Sviluppo economico, dichiara che l'esecutivo e' ''pronto ad azioni coraggiose'', pur scontando l'opposizione dei settori interessati: farmacie, taxi, carburanti, gas, servizi postali e servizi pubblici a livello locale. Secondo alcune indiscrezioni, il Consiglio dei ministri di oggi potrebbe gia' approvare alcuni provvedimenti sulle liberalizzazioni che erano presenti nella prima versione del cosiddetto decreto ''salva Italia'' e che poi sono stati cancellati.
Allo studio del governo anche la riforma del mercato del lavoro, a iniziare dal cuneo fiscale per sgravare i salari da un eccesso di tassazioni e la possibilita' di aggredire il problema della precarieta' che coinvolge soprattutto i giovani con l'istituzione di un contratto unico da collegare a produttivita' e anzianita' con particolari agevolazioni fiscali. Si dovrebbe affrontare in questo quadro anche la questione degli ammortizzatori sociali, prevedendo un sistema di sussidi alla disoccupazione sull'esempio di altri paesi europei.
Sembrerebbe accantonata, almeno per ora, la questione dell'abolizione dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori che impedisce licenziamenti senza giusta causa nelle imprese con piu' di 15 dipendenti. La netta opposizione di sindacati e Pd sconsiglia l'esecutivo dall'insistere in questa direzione. Da qui la scelta di spostare l'attenzione su altri temi, a iniziare dal rilancio delle grandi opere infrastrutturali e dalla riforma fiscale chiesta con particolare insistenza dai sindacati. A complicare pero' la situazione del governo ci pensa l'atteggiamento dei partiti che lo tengono sotto tiro e ne delimitano il campo d'azione. Pdl tra tutti.