BARI. La crisi è uguale per tutti, datori di lavoro e lavoratori, trovo francamente anacronistico mettere in discussione oggi l’art. 18, penalizzando ancora di più l’anello più debole della catena produttiva”. Per il presidente del Consiglio regionale della Puglia, Onofrio Introna, “non è il momento di alzare steccati, ma neanche quello di mettere in discussione l’ultima baluardo a tutela degli occupati”.
Per questo, il presidente della massima Assemblea pugliese rivolge al presidente del Consiglio Mario Monti e al ministro Elsa Fornero l’invito a rinviare ad una fase successiva un confronto sullo Statuto dei lavoratori, in particolare sulla norma che considera illegittimi i licenziamenti senza giusta causa o giustificato motivo.
“Caduto l’art 18 – ricorda Introna – le aziende tenderebbero a scaricare ancora più sui lavoratori il peso della crisi, non ci sarebbe ostacolo alla discrezionalità, i dipendenti potrebbero essere esposti da un giorno all’altro ad una sorte che nell’attuale congiuntura rischia di espellere intere generazioni dal lavoro”. Prima di cancellare o depotenziare “una delle conquiste storiche del socialismo riformista”, secondo il presidente del Consiglio regionale pugliese dovrebbero ristabilirsi condizioni meno pesanti per i livelli occupazionali.
“Non è il momento – nota Introna – di gravare di ulteriori oneri una classe lavoratrice alla quale già si chiedono sacrifici, dall’inasprimento fiscale all’Imu anche sull’unica casa, dallo slittamento in avanti dell’età pensionabile alla parificazione tra lavoratrici e lavoratori, l’unico paradossale esempio di pari opportunità reale ora riconosciuta alle donne in Italia”.
“Senza faziosità”, il presidente Introna auspica e fa appello al Governo nazionale a soprassedere, dedicando “il proprio tempo a progetti e programmi per far ripartire l’economia, la produzione e l’occupazione”.
Parlare di licenziamenti è increscioso e lo resterà anche domani, ma se di “dighe” a tutela dei lavoratori si potrà discutere, dovrà essere evidentemente in uno scenario di ripresa, non certo in un Paese teso allo spasimo come quello attuale”, aggiunge Onofrio Introna.
“Impegniamoci, grazie anche ai sacrifici chiesti ai lavoratori ed alle famiglie, a far ripartire l’economia, a creare le condizioni per un diverso e più duraturo sviluppo, valorizziamo il contributo dell’innovazione e della ricerca, riconquistiamo nel mondo il ruolo di un Paese dall’economia solida, capace di sostenere il confronto e la sfida della concorrenza, puntando sull’eccellenza dei nostri prodotti. Creiamo, quindi, le condizioni per assorbire nuova e stabile occupazione, ridiamo dignità, fiducia e futuro alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi. Torniamo ad essere un Paese normale, nel rispetto delle legittime aspirazioni ad un lavoro dignitoso e giustamente retribuito. Saranno le premesse per creare il clima giusto perché le parti sociali e il Governo possano avviare una seria riflessione sull’art. 18 e sulle norme che disciplinano e tutelano il mondo del lavoro”.
Per questo, il presidente della massima Assemblea pugliese rivolge al presidente del Consiglio Mario Monti e al ministro Elsa Fornero l’invito a rinviare ad una fase successiva un confronto sullo Statuto dei lavoratori, in particolare sulla norma che considera illegittimi i licenziamenti senza giusta causa o giustificato motivo.
“Caduto l’art 18 – ricorda Introna – le aziende tenderebbero a scaricare ancora più sui lavoratori il peso della crisi, non ci sarebbe ostacolo alla discrezionalità, i dipendenti potrebbero essere esposti da un giorno all’altro ad una sorte che nell’attuale congiuntura rischia di espellere intere generazioni dal lavoro”. Prima di cancellare o depotenziare “una delle conquiste storiche del socialismo riformista”, secondo il presidente del Consiglio regionale pugliese dovrebbero ristabilirsi condizioni meno pesanti per i livelli occupazionali.
“Non è il momento – nota Introna – di gravare di ulteriori oneri una classe lavoratrice alla quale già si chiedono sacrifici, dall’inasprimento fiscale all’Imu anche sull’unica casa, dallo slittamento in avanti dell’età pensionabile alla parificazione tra lavoratrici e lavoratori, l’unico paradossale esempio di pari opportunità reale ora riconosciuta alle donne in Italia”.
“Senza faziosità”, il presidente Introna auspica e fa appello al Governo nazionale a soprassedere, dedicando “il proprio tempo a progetti e programmi per far ripartire l’economia, la produzione e l’occupazione”.
Parlare di licenziamenti è increscioso e lo resterà anche domani, ma se di “dighe” a tutela dei lavoratori si potrà discutere, dovrà essere evidentemente in uno scenario di ripresa, non certo in un Paese teso allo spasimo come quello attuale”, aggiunge Onofrio Introna.
“Impegniamoci, grazie anche ai sacrifici chiesti ai lavoratori ed alle famiglie, a far ripartire l’economia, a creare le condizioni per un diverso e più duraturo sviluppo, valorizziamo il contributo dell’innovazione e della ricerca, riconquistiamo nel mondo il ruolo di un Paese dall’economia solida, capace di sostenere il confronto e la sfida della concorrenza, puntando sull’eccellenza dei nostri prodotti. Creiamo, quindi, le condizioni per assorbire nuova e stabile occupazione, ridiamo dignità, fiducia e futuro alle nostre ragazze e ai nostri ragazzi. Torniamo ad essere un Paese normale, nel rispetto delle legittime aspirazioni ad un lavoro dignitoso e giustamente retribuito. Saranno le premesse per creare il clima giusto perché le parti sociali e il Governo possano avviare una seria riflessione sull’art. 18 e sulle norme che disciplinano e tutelano il mondo del lavoro”.
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