BARI. “Un Paese in grandissima difficoltà che ha bisogno di ripartire da un punto centrale: il lavoro”. E' quanto afferma il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, sui dati diffusi oggi dall'Istat, nel sostenere che il paese “è vittima di un corto circuito impazzito, ricerca del rigore senza crescita e lavoro, che va interrotto: la manovra va cambiata e servono tutele per le persone e crescita per il paese”. Il dirigente sindacale sottolinea inoltre come “l'Istat fa notare che già lo scorso anno il fenomeno della disoccupazione giovanile è stato in parte legato all'innalzamento dell'età pensionabile. Cosa accadrà adesso con il sostanziale blocco previsto dalla manovra? E con una recessione che amplia il blocco della produzione? Che i giovani troveranno ancora meno lavoro e le poche occasioni saranno ancor più precarie e ricattabili, che tanti anziani usciranno dalla cassa integrazione verso il licenziamento e senza avere certezza della pensione. Tutto questo farà di molto arretrare l'occupazione”. Secondo il sindacalista “è evidente il rapporto tra la situazione del lavoro e quella delle famiglie, già impoverite dal calo dei salari e adesso dalla mancata rivalutazione delle pensioni e dall'aumento di tasse. I consumi saranno ancor meno con il parallelo ampliamento della recessione. È questo - prosegue - il corto circuito impazzito che va interrotto e per questo la manovra va cambiata. Servono tutele per le persone e crescita per il paese, serve una riforma organica degli ammortizzatori sociali ma nell'immediato tutele speciali per il prossimo anno e che nessuno si sogni, in questa situazione gravissima, di togliere ulteriormente diritti ai lavoratori a partire da quello contro i licenziamenti facili perché tutto il sindacato sarebbe contrario”, conclude Fammoni.
Tags
Economia