EMANUELA PERRONE - “Le tossicodipendenze, le carceri, le misure alternative alla detenzione: perchè la cura valga la pena”. Questo l'argomento affrontato in serata nel corso di una conferenza stampa, voluta fortemente dal consigliere comunale, Gionatan Scasciamacchia, il quale unitamente al sindaco di Taranto, Ippazio Stefà no e all'Assessore alla cultura, Mario Pennuzzi, ha organizzato un dibattito pubblico per spiegare alla cittadinanza l'importanza delle comunità terapeutiche e del loro intervento sul detenuto tossicodipendente attraverso un percorso riabilitativo.
Alla conferenza erano presenti anche, il dott. Giovanni Aquilino, dirigente ai servizi sociali, il dott. Massimo Brandimante, presidente del tribunale di sorveglianza di Taranto, il dott. Vincenzo Simeone, direttore dell'Asl di Taranto, del dipartimento dipendenze patologiche, il dott. Francesco Resta, direttore del reparto di malattie infettive dell'ospedale S. G. Moscati di Tarnto, e la dott.ssa Anna Paola Lacatena, sociologa presso il dipartimento delle dipendenze patologiche dell Asl di Taranto.
L'iniziativa nasce proprio per far fronte all'emergenza del sopraffollamento carcerario, che conta ancora oggi 70.000 detenuti, di cui solo il 25% tossicodipendenti.
Secondo l' assessore Pennuzzi, l'unico rimedio per affrontare lo stato di assoluta emergenza è quello di mettere a disposizione dei più deboli non soltanto risorse economiche, ma è necessario che ci sia soprattutto l'intervento del privato sociale e del volontariato.
Dunque l'obiettivo è quello di concedere ai detenuti lo stato di semilibertà , purchè compiano lavori socialmenti utili, in modo tale che “la pena arrivi ad avere una funzione riparativa verso la società ”, spiega il dott. Brandimante.
Si evita inoltre che il detenuto ozii in una cella, stimolando il suo senso di responsabilità nei confronti della società e rieducandolo ad una vita corretta per giungere al miglioramento del proprio vivere sociale.
Alla conferenza erano presenti anche, il dott. Giovanni Aquilino, dirigente ai servizi sociali, il dott. Massimo Brandimante, presidente del tribunale di sorveglianza di Taranto, il dott. Vincenzo Simeone, direttore dell'Asl di Taranto, del dipartimento dipendenze patologiche, il dott. Francesco Resta, direttore del reparto di malattie infettive dell'ospedale S. G. Moscati di Tarnto, e la dott.ssa Anna Paola Lacatena, sociologa presso il dipartimento delle dipendenze patologiche dell Asl di Taranto.
L'iniziativa nasce proprio per far fronte all'emergenza del sopraffollamento carcerario, che conta ancora oggi 70.000 detenuti, di cui solo il 25% tossicodipendenti.
Secondo l' assessore Pennuzzi, l'unico rimedio per affrontare lo stato di assoluta emergenza è quello di mettere a disposizione dei più deboli non soltanto risorse economiche, ma è necessario che ci sia soprattutto l'intervento del privato sociale e del volontariato.
Dunque l'obiettivo è quello di concedere ai detenuti lo stato di semilibertà , purchè compiano lavori socialmenti utili, in modo tale che “la pena arrivi ad avere una funzione riparativa verso la società ”, spiega il dott. Brandimante.
Si evita inoltre che il detenuto ozii in una cella, stimolando il suo senso di responsabilità nei confronti della società e rieducandolo ad una vita corretta per giungere al miglioramento del proprio vivere sociale.